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FACELLA.
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FACELLA.
Definiz: Diminut. di Face. Propriamente Piccola face; ma vale lo stesso che Face, Fiaccola; e più particolarmente vale Pezzo di legno ragioso, o d'altre materie atte ad abbruciare, Fascetto di legna, e simili, per far lume, ovvero per metter fuoco in checchessia. Ma oggi è voce d'uso o poetico, o archeologico.
Anche nel basso lat. facella. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 176: Un'altra fonte ha Epiro; Di cui si scrive ch'essendo fredda ella, Ogni spenta facella Accende, e spegne qual trovasse accesa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 15: O che natura sia d'alcuni marmi Che muovin l'ombre a guisa di facelle, O forza ec.
Esempio: Cellin. Pros. 118: L'altro rovescio avevo figurato una Pace, cioè una figura giovane bellissima con una facella in mano, che ardeva un monte di diverse armi.
Esempio: Vasar. Ragion. M. 194: Con una facella, come la vede, abbrucia molte arme.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 66: Porta Duo pini fiammeggianti in ver la torre. Cotali uscir della tartarea porta Sogliono.... Le ministre di Pluto empie sorelle, Lor ceraste scotendo e lor facelle.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 28: S'accesi ne' tuo' altari umil facella, S'auro o incenso odorato unqua ti porsi, Tu per lei prega ec.
Esempio: E Tass. Rinald. 7, 2: Da facelle accese Esser divisi largamente i campi.
Esempio: Segner. Incred. 388: Dipignerli nella immaginazione le lucciole per facelle.
Esempio: Giacomell. Carit. 4: Per tutta la città si cantava Imeneo: piene erano di corone e di facelle le piazze.
Esempio: Pindem. Poes. 495: Strider vi s'oda il torchio atto e possente Quelle a spezzarmi o vaie bacche o nere, Onde si pasce la facella ardente, Che tante m'indorò vegghiate sere.
Definiz: § I. E in locuz. figur. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 91: Non volse il cauto vecchio ridur seco, Sola con solo, la giovane bella,... Fra sè dicendo: con periglio arreco In una man la paglia e la facella.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 9: Si leva un colle, e non surge molt'alto, Là onde scese giù una facella, Che fece alla contrada grande assalto.
Definiz: § III. Pur figuratam., per Fiamma o Fuoco d'amore, Passione amorosa. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 91: Giunon sapea, non senza gran dolore, Ch'a Giove il core ardea nova facella.
Esempio: E Anguill. Ovid. Metam. 9, 243: Non si conosce Bibli, e non sa il fine Al qual l'occulta sua facella intende.
Esempio: Tass. Rinald. 4, 50: Così al vago apparir degli occhi ardenti, Ond'usciro d'Amor vive facelle.
Definiz: § IV. Per estensione, e poeticam., vale anche Lume, Luce, Splendore. –
Esempio: Dant. Parad. 23: Perentro il cielo scese una facella Formata in cerchio a guisa di corona.
Definiz: § V. E per similit., Stella, e anche Pianeta. –
Esempio: Dant. Purg. 8: E il duca mio: Figliuol, che lassù guarde? Ed io a lui: A quelle tre facelle, Di che il polo di qua tutto quanto arde.
Esempio: E Dant. Parad. 18: Io vidi in quella giovïal facella Lo sfavillar dell'Amor che lì era, Segnare agli occhi miei nostra favella.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 1: Eolo aperta avea l'atra prigione Al vento opposto all'artica facella, Che gelosa nel ciel suol far Giunone.
Definiz: § VI. E figuratam., per Occhio. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 1, 184: E dove è quel pastore, il cammin prese, Che 'n capo tien tante facelle accese (cioè, tanti occhi aperti e desti).