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1) Dizion. 5° Ed. .
CIONCO.
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CIONCO.
Definiz: Add. Mozzo, Scemo, Privo per troncamento o amputazione; ma è voce di uso non molto comune.
Forma sincopata di Cioncato. –
Esempio: Bern. Orl. 56, 14: Rimase quella personaccia cionca Del braccio e spalla destra, e della testa.
Esempio: Mont. Poes. 1, 251: Altri forato il ventre, ed altri ha cionco Di capo il busto.
Definiz: § I. E figuratam. per Tolto via. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Che sol per pena ha la speranza cionca.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 252: Ha.... la speranza cionca, cioè che son sanza speranza di grazia.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 164: Che sol per pena ha la speranza cionca;... cioè mozza e separata da sè la speranza.
Definiz: § II. E pur figuratam. per Manchevole, Manco. –
Esempio: Tass. Lett. 2, 409: È cionca la casa come la città, ne la quale sono le donne o gli uomini solamente.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 25, 44: E chi di noi toccar può il suo cavallo, Appo di cui nostro valore è cionco?
Definiz: § III. Di cionco, posto avverbialm., lo stesso che Di colpo, Di scoppio, Di botto; ma è modo poco usato. –
Esempio: Panant. Paret. 48: Se un mezzo verso lo spincione scioglie, Se fa quel leggiadretto verso tronco, Le alate schiere sulle verdi foglie Come incantate cadono di cionco.
Definiz: § IV. In cionco, posto avverbialm. e coi verbi Rompere rompere in cionco, Spezzare spezzare in cionco, lo stesso che Di netto; ma è modo poco usato. –
Esempio: Cecch. Dichiar. Proverb. 28: Rompere in cionco è Spezzar riciso e affatto.