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1) Dizion. 5° Ed. .
ABBELLARE.
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ABBELLARE.
Definiz: Att. Far bello, Adornare; lo stesso che Abbellire, ma meno usitato. −
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 103: Come d'alto venendo aquila suole, Ch'errar fra l'erbe visto abbia la biscia, O che sia sopra un nudo sasso al sole, Dove le spoglie d'oro abbella e liscia.
Esempio: Salvin. Pros. sacr. 319: Ogni facoltà, che l'animo pulisce ed abbella, ed il fa divenire misurato, composto e gentile, in bella guisa campeggia (qui figuratam.).
Esempio: Parin. Poes. 70: Finchè poi cade la feconda pioggia, Che gli uomini e le fere e i fiori e l'erbe Ravviva, riconforta, allegra e abbella.
Definiz: § I. Per Render piacevole. −
Esempio: Leop. Poes. 51: Poi che del patrio nido I silenzj lasciando e le beate Larve e l'antico error, celeste dono Ch'abbella agli occhi tuoi quest'ermo lido, Te ec.
Definiz: § II. Abbellare vale anco Piacere, Aggradire, Parer cosa bella; ma non trovasi usato che a modo d'Impersonale, e nella sola terza persona del presente dell'Indicativo. −
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 80: E più che cosa alcuna altra, li abbella Lo doloroso mio grave tormento.
Esempio: Dant. Parad. 26: Opera naturale è ch'uom favella; Ma, così o così, natura lascia Poi fare a voi, secondo che v'abbella.
Esempio: Varch. Lez. accad. 331: Perchè avendo l'uomo il libero arbitrio, certa cosa è, che egli può e non può [innamorarsi], secondo che più gli abbella.
Esempio: Salvin. Odiss. 300: Se tornerà il tuo Sire in questa casa,.... A Dulichio mi manda, u' al cor m'abbella.
Definiz: § III. In forma di Neutr. pass. abbellarsi Divenir bello, Farsi bello. −
Esempio: Bocc. Amet. 47: Sotto le quali [piante] la terra di dovere producere mostrava le cipolle coperte di molte veste e i capituti porri.... con molti altri semi, de' quali la terra vie più s'abbella.
Esempio: Menz. Poes. 2, 249: È ver che grezzo è l'adamante, e in quella Ruvida spoglia è prezïoso; e pure Alla fervida ruota ei più s'abbella.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 21, 61: Ecco che il cielo di nuovo s'abbella.
Definiz: § IV. Abbellarsi di una cosa, vale Compiacersene, Averla a grado. −
Esempio: Machiav. Rim. 424: Non è nel mondo cosa alcuna eterna; Fortuna vuol così, che se ne abbella, Acciocchè il suo poter più si discerna.
Esempio: Alfier. Trag. 5, 24: Padre avvilito, a libertà nudrirvi Io nol potea: cagione indi voi siete, Voi la cagion più cara, ond'io mi abbelli Dell'acquistata libertà.