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LATRIA, con l'accento sull'i; ma poeticam$. trovasi anche con l'accento su la prima sillaba
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LATRIA, con l'accento sull'i; ma poeticam. trovasi anche con l'accento su la prima sillaba.
Definiz: Sost. femm. Culto di religione dovuto a Dio solo, e che si rende con atti interni ed esterni.
Dal basso lat. latria, e questo dal grec. λατρεία. –
Esempio: Dant. Parad. 21: Disotto al quale è consecrato un ermo, Che suol esser disposto a sola latria.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 481: Latria è volontade di fare a Dio debito coltivamento.
Esempio: S. Ag. C. D. 2, 256: Alla cui compagnia perduce la vera pietade, la quale non rende servitudine di religione, cioè quello cultivamento che dalli Greci è chiamato adorazione (latria), se non ad uno vero Iddio.
Esempio: E S. Ag. C. D. 3, 148: Le cerimonie, e le feste, ed ogni altra cosa, che appartiene a quella servitudine e culto di Dio, che in greco si chiama latria, significarono ec.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 128: Quanto al primo dobbiamo sapere che latria è nome greco, e in nostra lingua viene a dire culto e riverenza.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 597: A sola latria; cioè a solo culto divino: latria è servitù dovuta a solo Iddio.
Definiz: § Trovasi usato a modo di aggiunto, apposto ad alcun atto di latria. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 135: Sappi che in ciel fu bene esaminata La tua giusta devota orazion latria, Ch'a tutti i santi e gli angeli fu grata, Sendo tu cittadin di quella patria; E perchè ec.