Lessicografia della Crusca in rete

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COCCIO.
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COCCIO.
Definiz: Sost. masc. Pezzo di vaso rotto, di terra cotta.
Pare affine di origine a cozzo, cozzare, se pure non ha origine comune con coccia. –
Esempio: Soder. Cult. Ort. 49: Mettendo a ciascheduno una lastruccia o coccio sotto, acciò si faccian le radici maggiori.
Esempio: Dav. Tac. 2, 207: Hanno di più [i Giudei] palmeti alti e vaghi, e 'l balsamo, piccolo arbore, del quale venuto in succhio, se intacchi un ramo con ferro, le vene ghiacciano; con isverza di un sasso o coccio, versano liquore medicinale.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 79: Ed in quel cambio vistovi il suo bracco Tra cocci e vetri macolo e basito.
Esempio: Not. Malm. 2, 604: Cocci; intendi frammenti di piatti, pentole ed altri vasi di terra.
Definiz: § I. Per Qualunque vaso di terra cotta, specialmente per Quelli che servono alla cucina; e adoperasi più spesso al plurale.
Definiz: § II. Familiarmente prendesi anche per Scaldino.
Definiz: § III. Figuratam. dicesi Coccio a persona malsana, malaticcia; onde le maniere Essere un coccio, Diventare un coccio, e simili.
Definiz: § IV. Coccio trovasi detto per Guscio, parlando di animale testaceo. –
Esempio: Salvin. Opp. 197: Tutti [i granchi] a' quai il corpo sotto il coccio è fitto, Svestono il vecchio coccio, ed altro sotto Ne spunta.
Definiz: § V. Pigliare i cocci o Prendere i cocci, dicesi in modo familiare, per Impermalirsi, Andare in collera.
Definiz: § VI. In proverbio: Chi rompe paga, e i cocci sono suoi; e vale, Chi ha fatto il male ne porta la pena.