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1) Dizion. 5° Ed. .
LORDARE
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LORDARE.
Definiz: Att. Far lordo, Imbrattare, Contaminare. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 77: Udì una voce che disse: Perchè non bei di quest'acqua? che ti fa a te, perchè lo lebbroso l'attinga? chè ben vedi ch'egli l'attigne e versala nel vaso, e non la tocca, e non la lorda.
Definiz: § I. E per similit. –
Esempio: Pindem. Poes. 95: Ma quale omai v'ha gleba, che il guerriero Sangue germano e gallico non lordi?
Esempio: Leopard. Poes. 54: Ecco alla vaga Tua spoglia intorno la romulea prole Di nova ira sfavilla: ecco di polve Lorda il tiranno i crini.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 264: Questo vizio (della lussuria) è lordo, e non si può sì poco pensare o toccare, che non lordi la mente.
Definiz: § III. lordarsi Neutr. pass. Imbrattarsi, Insozzarsi, Insudiciarsi. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 29: Non è vergogna, nè esser dee, che l'uomo si lavi e netti, quando fosse lordo o brutto, ma più tosto è vergogna lordarsi.
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 510: Si lordano nel pantano delle lascivie.
Esempio: Mont. Poes. App. 17: Qual le tazze ricolma di veleno, Qual d'incesto si lorda, e qual trafitto Muor bestemmiando d'una druda in seno.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 223: Di necessità, se il compagno sarà lordo, e che tu gli praticherai dattorno, tu ti lorderai, ponghiamo che ora sii netto.