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METRO
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METRO.
Definiz: Sost. masc. Misura. Voce propria della poesia e del nobile linguaggio.
Dal lat. metrum, e questo dal grec. μέτρον. –
Esempio: Dant. Purg. 27: In un bogliente vetro Gittato mi sarei per rinfrescarmi, Tant'era ivi lo incendio senza metro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 63: Con la forza che passa ogni metro Ferì il destrier.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 5, 7: Ecco 'l nummo, ecco 'l talento, Comune al mercatar metro e strumento.
Definiz: § I. E figuratam., per Ordine, Regola. –
Esempio: Ar. Cinq. Cant. 1, 119: Fuggesi l'antiguardia, ed apre e fora L'altra battaglia, e l'urta in tal maniera Che, confondendo ogni ordine, ogni metro, Seco la volge e seco porta indietro.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 10, 55: I medici quivi, e i cappellani, Non trovando da uscir strada nè foro, Urtavano respinti, e senza metro Facean tre passi innanzi e quattro indietro.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 24: E perch'ogni ben san dritto intelletto Non può cosa veder, che torca o penda, Non gli ammonisca (un osservatore, certi bifolchi e zappatori), e gli richiami spesso, Travïatori incauti, a miglior metro.
Definiz: § II. E per Modo di fare, Contegno, Condotta; anche figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 17: Il vento, poi che furïoso suto Fu quattro giorni, il quinto cangiò metro.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 28, 63: Fa lunghi i passi, e sempre in quel di dietro Tutto si ferma, e l'altro par che muova A guisa che di dar tema nel vetro;... E tien la mano inanzi simil metro.
Esempio: Fag. Comm. 7, 268: Può esser che Pancrazio Dalle sventure sazio, Abbia del viver suo cangiato metro E non sia quel ch'è stato al tempo addietro.
Esempio: Mont. Poes. 1, 232: Di ritroso fanciul tenendo il metro, Quando la madre a' suoi trastulli il fura, Che il piè va lento innanzi e l'occhio indietro.
Definiz: § III. Vale altresì Misura del verso, più propriamente parlando di poesia classica; ma talora si prende per il Verso stesso, o per la Maniera di aggruppare i versi in strofe. –
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 54: Propriamente parlando, i versi poetici sono chiamati metri, perciocchè misurati sono da alcuna misura, secondo la qualità del verso.
Esempio: Varch. Ercol. 354: Se egli compone il metro, verbigrazia, iambico o trocaico o dattilico, gli basta porre tanti piedi e con quello ordine, che ricercano cotali metri, senza badare alle cesure.
Esempio: E Varch. Ercol. 373: Il metro è un ritmo, il quale ha il numero de' suoi piedi determinato. Il verso è un metro, il quale ha le cesure. Quinci apparisce che ogni metro è ritmo, ma non all'opposto; e ogni verso è metro e ritmo, ma non già per lo contrario; onde il metro agguagliato al ritmo è spezie, ma agguagliato al verso è genere.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 4, 3: Ma di qual metro compilata è l'opra? L. Del metro stesso onde ascoltato avete Pur ora il vaticinio.
Esempio: Don. Music. Scen. 67: Essendo il ritmo padre del metro, è necessario che il verso solo poetico, prima che si vesta di alcuna melodia, abbia il suo particolare ritmo.
Esempio: E Don. Music. Scen. 210: Sono [i piedi] parti quantitative del metro.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 85: I terzetti sono le seconde strofe ed antistrofe in altro genere di metro, facendo a noi quel metro la rima, le quali s'accompagnano, come le prime, verso per verso; il primo della prima strofe o terzetto, al primo della seconda strofe o terzetto, il secondo al secondo, e 'l terzo al terzo, come appunto, con invariabil giustezza si vede usato ne' tanti metri di Pindaro e ne' tanti dello nostre canzoni.
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 2, 231: Il metro, che consiste nel numero e nella lunghezza o brevità delle sillabe, la varia collocazione e disposizione delle quali è ciò che costituisce il ritmo, talchè, come dice Suida, il metro è la regola delle sillabe, che compongono i piedi e il ritmo è il modo con cui vengono disposte le sillabe e i piedi, de' quali si formano i versi.
Esempio: Giobert. Bell. 230: Il parlare animato condusse li uomini al canto; e il canto, unito alla parola articolata, li fece passare di mano in mano dalla semplice prosa al parallelismo di alcune lingue semitiche, e quindi al ritmo, al metro, alla versificazione, all'assonanza, alla rima.
Definiz: § IV. E in più largo senso, per Poesia. –
Esempio: Dant. Inf. 34: Già era (e con paura il metto in metro) Là ec.
Esempio: Bocc. Rim. 131: Le tue bellezze degne d'ogni canto Non posson esser tocche col mio metro.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 620: Altri diran con più robusto metro L'opre più illustri.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 31: M'avean per poeta salutato Fin da che scrissi del mio naso in metro.
Esempio: Giust. Vers. 254: Se sgorgando di difficil vena La parola e il pensier pugnano insieme, Io, di me stesso diffidando, poso Dal metro audace.
Definiz: § V. E per l'Armonia del canto e del suono, o il Canto e il Suono medesimo: e altresì Tuono, o Intonazione. –
Esempio: Dant. Parad. 28: El s'accorda Con esso, come nota con suo metro.
Esempio: Pulc. Luc. Epist. 2: Più dolce metro le zampogne squillino.
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 20: Sol la cicala col noioso metro.... Le valli e i monti assorda e il mare e il cielo.
Esempio: Rinucc. O. Eurid. 11 t.: Or di soave pletro Armato e d'aurea cetra, Con lagrimoso metro Canoro amante impetra Ch'il ciel rivegga e viva La sospirata diva.
Esempio: Leopard. Poes. 175: E già muggiva il tuon simile al metro Di torrente che d'alto in giù trabocchi.
Definiz: § VI. E in più largo senso, per Discorso o Tenore del discorso, Maniera di esprimersi. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Così tornavan.... all'opposito punto, Gridando sempre in loro ontoso metro.
Esempio: E Dant. Inf. 19: Io pur risposi lui a questo metro.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 54: Il quale l'autore chiama metro, non perchè metro sia, ma largamente parlando, come il più volgarmente si fa, ogni orazione, o breve o lunga, misurata o non misurata, è chiamata metro.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 73: Nalduccio lagrimando prese A rispondere a lor di questo metro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 30: Parlai con certo tuon, con certo metro, Che subito è ogni faccia impallidita.
Definiz: § VII. Metro, usasi oggi comunemente a denotare la Unità di misura lineare, adottata prima nel 1801 dal governo francese e poi da molte altre nazioni, che corrisponde alla diecimilionesima parte dell'arco del meridiano terrestre compreso tra il polo boreale e l'equatore, e che serve di base atte altre misure di superficie, e di volume, ed anche ai pesi. E Metro dicesi pure lo Strumento di legno, di metallo o d'altra materia, che serve a questa misura. –
Esempio: Giord. Op. 1, 1: Braccia milanesi 1055, ciò sono metri circa 633.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 369: Il gelso sia coltivato a metri 11, 67 di distanza per tutti i versi dai suoi consimili.
Esempio: E Ridolf. Lez. Agr. appr.: Se i gelsi sian posti a 7 metri in tutti i sensi fra loro.... cresce il prodotto in foglia ec.
Definiz: § VIII. Parlandosi di cose musicali, Dare il metro o Dar metro, vale Dare la misura, la battuta. –
Esempio: Fag. Rim. 7, 174: Verso il coro se avrete l'attenzione, Di baston odonsi i cantori armati, Dar metro al salmo che da lor s'impone.