1)
Dizion. 5° Ed. .
MESSE
Apri Voce completa
pag.160
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
MESSE. Definiz: | Sost. femm. Ciò che si miete, Raccolta; detto di biade e cereali. |
Dal lat. messis. – Esempio: | Ar. Orl. fur. 30, 51: Le botte più che grandine son spesse, Che spezza fronde e rami e grano e stoppia E uscir in van fa la sperata messe. | Esempio: | Tass. Gerus. 20, 60: Tempesta o vento Men tosto abbatte la pieghevol messe. | Esempio: | Dat. Selv. epit. 27: Biondeggiar d'aurea messe io già rimiro Campi dianzi deserti. | Esempio: | Lastr. Agric. 3, 165: Così crescendo la messe e godendo insieme più liberamente del benefizio del sole,... giungerà felicemente ad una perfettissima granigione. | Esempio: | Fiacch. Fav. 2, 133: Era d'umor la messe mia sfornita, Quando a nutrire i nuovi semi è volta. |
Esempio: | E Fiacch. Fav. 2, 140: Tu nieghi (dice il campo alla siepe) al rapitor l'ingresso, E fai così la messo mia sicura. |
Definiz: | § I. In locuz. figur. – | Esempio: | Salvin. Disc. 1, 30: Il cuore innamorato accusa gli occhi come prima cagione e principale del suo amore, da' quali venne gittata dentro la mala semenza, che nel cuore, come in buon terreno, ricevuta, spiegò e granì in una copiosa messe d'affanni. |
Definiz: | § II. Mettere la falce nella messe altrui, o Porre, la falce nella messe altrui. – | V. Falce, § XII.
|