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Dizion. 5° Ed. .
DIALETTO.
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DIALETTO. Definiz: | Sost. masc. Forma speciale e caratteristica onde la lingua d'un popolo è parlata in una provincia o regione; ed oggi propriamente intendesi Linguaggio particolare d'una provincia, il quale sia per le forme sia per le parole differisce dalla lingua comune della nazione. |
Dal lat. dialectus, e questo dal grec. διάλεκτος. – Esempio: | Salv. Infarin. sec. 254: E se Plutarco e Aristotile per altre lingue intesero quei dialetti (acciocch'io l'appelli co' nomi loro) che distinguevano la lingua greca con alcune diversità (che non l'ammetto nè stimo ch'alle greche le ristrignessero), non è buono per tutto questo il vostro argomento tirato alle voci di Lombardia, poichè s'abbandona la somiglianza, su la quale in tutto è fondato. Conciò sie cosa che i vocaboli de' dialetti fossero tutti approvati, e ciascuna di quelle lingue si scrivesse quasi igualmente: dove le parole lombarde da picciol numero infuori, che talora usarono anche i Toscani, o usar potrebbonle, quandochè fosse, si tengono per iscorrette, e niuno mai volontariamente che fosse punto avveduto, per acquistarne commendazione, scriverrebbe in cotal favella, se non se forse per far ridere e per ischerzo. | Esempio: | Buonarr. F. Medagl. ant. 281: Non si deve creder però che queste città lontane mantenessero così purgati i loro dialetti,... nè si ha da sperare di ritrovare sempre nelle medaglie i dialetti più puri. | Esempio: | Maff. Veron. illustr. 1, 27: I nostri odierni dialetti non altronde si formarono che dal diverso modo di pronunziare negli antichi tempi e di parlar popolarmente il Latino; la qual diversità non altronde nasceva che dal genio delle varie lingue che avanti la Latina correvano, vestigio delle quali restò pur sempre, ed è quasi indelebile. | Esempio: | Lanz. Sagg. Ling. etrusc. 1, 13: Vi è stato chi ha asserito che le altre lingue sono altrettanti dialetti dell'etrusca. | Esempio: | E Lanz. Sagg. Ling. etrusc. 1, 275: Alter, alteri, alteras,... Secondo il dialetto umbro paion corrispondere sì ad ἔτερος, sì ad ἄλλος. |
Definiz: | § I. E semplicemente per Maniera di parlare propria d'una provincia; Parlata. – |
Esempio: | Red. Ditir. A. 111: Questo sonetto di Pucciandone è scritto secondo la pronunzia o dialetto pisano. | Esempio: | E Red. Ditir. A. appr.: Anticamente i medesimi Pisani aveano la stessa pronunzia o dialetto moderno. |
Definiz: | § II. Per similit. per Maniera di parlare propria e peculiare ad alcuna persona. – |
Esempio: | Corsin. Stor. Mess. trad. Proleg.: Niuno parla o scrive come il compagno; e per quanto paia che uno si rassomigli all'altro, ha sempre tuttavia una spezie di proprio dialetto, che risguarda, se non le parole, le frasi, e che non s'arriva a raffigurare se non si viene alla comparazione. |
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