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1) Dizion. 5° Ed. .
DENEGARE, DINEGARE, e anche DINIEGARE.
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Dizion. 4 ° Ed.
DENEGARE, DINEGARE, e anche DINIEGARE.
Definiz: Att. Ricusare, Rifiutare, cosa dimandata; Negare di dare, o fare, cosa richiesta.
Dal lat. denegare. –
Esempio: Brev. Calz. Prat. 20: Qualunque de' detti compagni contradiasse o contradicesse, o vero dinegasse al messo della detta Arte,... alcuno pegno o vero preda, i predetti rettori possano ec.
Esempio: Vill. G. 284: Le quali richeste li furono dinegate.
Esempio: Albizz. B. Commiss. 1, 221: Vollemi [il Papa] rimandare ad Arimino per ripigliare questo ragionamento. Al quale tutto dinegai.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 377: E se fussi dinegata [la domanda], per non mettere questa cannella, si vuole insegnare la risposta ec.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 314: Ed essendo loro negato l'entrare, più animosamente lo denegarono con le parole, che coi fatti lo proibissero.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 115: Che maraviglia poi se, dinegando a' vostri Accademici la giusta ed onesta ricreazione,... divengono, a nostro scorno, solennissimi tavernieri e cinciglioni?
Esempio: Baldov. Lament. 140: Fa' poi del fatto mio ciò che ti pare, Che dinegarti i' non vo' mai niente.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 245: L'esser solo [l'Imperatore] contro tanti, il non aver denari, nè sapere donde cavarne, perocchè le corti d'Aragona glie n'avevano dinegati, il condussero alla risoluzione di rendersi benevolo il Papa.
Definiz: § I. E riferito a proposte, offerte, promesse, e simili, vale Rifiutarle, Ricusarle, Rifiutarsi di acconsentire, e simili. –
Esempio: Pitt. B. Cron. 96: La quale Lega fu dinegata, ed eziandio la promessa.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 12, 41: Per Filippo Machiavelli fu proferto a lui più e più volte i nostri balestrieri e la nostra gente; egli la dinegò.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 307: Avendo già cominciato a dinegarlo, ricusava di fare, ec.
Definiz: § II. Denegare di far checchessia o Dinegare di far checchessia, vale Rifiutarsi, Ricusarsi, di farlo. –
Esempio: Buonacc. Montem. Pros. Rim. 274: Dunque non dinegar, giovine bella, Danzar ne' tempi dilettosi e gaj.
Esempio: Pitt. B. Cron. 82: Rispose ch'egli era tanto obrigato a messer Mariano, ch'egli non gli avea dinegato di parlare per lui.
Esempio: Machiav. Comm. 237: Cremete, il quale avea denegato di darmi la sua figliuola.
Esempio: Loll. Oraz. I, 3, 21: E voi.... potrete ora, non dirò denegare, ma più prolungare di far questo gran benefizio a' vostri cittadini?
Definiz: § III. E per Vietare, Proibire. –
Esempio: Cat. Cost. volg. 52: Contra lo giusto uomo malvagiamente non contendere; chè sempre Dio ne diniega le malvagie ire.
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 21: Item, se gli dinega al tutto che non debbano volere imprendere a difendere il mulino il quale è fuori dalla porta di Santo Andrea.
Definiz: § IV. E poeticam., per Procurar la cessazione, la privazione, di checchessia ad alcuno. –
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 34: A sè dinega vita Chi non debita morte altrui procura.
Definiz: § V. Pur poeticam., per Impedire, Contrastare. –
Esempio: Mont. Iliad. 18, 609: Avverso fato Gli dinega il ritorno; ed io non deggio Nella pelèa magion madre infelice Abbracciarlo più mai.
Definiz: § VI. E per Negare, Smentire, Contradire a checchessia; usato anche assolutam. –
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 15: Son di maniera genti, Perchè sieno in bassezza, Ch'a null'òm per grandezza Denegherien il ver, sì son disdegni.
Esempio: Adim. A. Pind. 617: Oltre che noi veggiamo questi due poeti maggiormente concordare, mentre uno attribuendole potenza,... e l'altro non denegandogliene, soggiugne: Te pauper ec.
Definiz: § VII. Neutr. pass. denegarsi Ricusarsi, Non consentire. –
Esempio: Zibald. Andr. 35: Colui si diniega a sè medesimo, che chiede dono che non si può fare.
Esempio: Alam. L. Gir. 5, 74: Confesso ben che se venisse ancora Come altra volta a domandarmi aita, Non sarei sì severo come allora In denegarmi a cosa sì gradita.
Definiz: § VIII. Denegare favella o Dinegar favella, è maniera che vale Non parlare altrui per cruccio. –
Esempio: Cas. Lett. ined. 32: Farò l'offizio per M. Oraziotto, il quale credo che sdegnato del rabuffo che io gli feci sopra lo esser bravo, mi dineghi favella.