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BABBO.
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BABBO.
Definiz: Sost. masc. Padre; ma è voce per lo più de' fanciulli, e, scrivendo, dello stile familiare e giocoso. Raddoppiamento della sillaba ba, ch'è uno de' primi suoni che con facilità articoli il fanciullo, e che ha analogia in quasi tutte le lingue. –
Esempio: Dant. Inf. 32: Che non è impresa da pigliare a gabbo Descriver fondo a tutto l'universo, Nè da lingua che chiami mamma o babbo.
Esempio: Benciv. Aldobr. P. 74: Incomincia a dire parole ove non hae lettere che faccia la lingua troppo muovere, siccome mamma, pappo e babbo.
Esempio: Alam. Ant. Son. 75 t.: Ed a gli anni sei babbo, al poppar bimbo.
Definiz: § I. Trovasi anche usato come voce di affettuosa familiarità, applicandola a chi non è veramente padre, ma tale suol chiamarsi. –
Esempio: S. Cat. Lett. 3, 71: Oimè, oimè, dolcissimo babbo mio, questa è la cagione che li sudditi sono tutti corrotti di immondizia e di iniquità (scrive a Gregorio XI).
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 169: Sono [Maria e Gesù] la nostra mamma e il nostro babbo.
Definiz: § II. Babbo morto, e anche Babbomorto, dicesi comunemente per Debito che si fa con gli usurai dai figliuoli di famiglia, obbligandosi a pagarlo dopo la morte del padre: s'usa però più comunemente nei modi avverbiali Prendere danari a babbo morto, Dare danari a babbo morto, Prestare danari a babbo morto. –
Esempio: Panant. Civett. 10: Per prendersi quel semplice trastullo [della civetta], Da piè non resterà poscia il più corto, Nè con qualche Giudeo qualche barullo Dovrà farsi uno scrocchio, un babbomorto.
Definiz: § III. Di cose strane, eccessive, diciamo, cose Che non hanno babbo nè mamma.