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1) Dizion. 5° Ed. .
INFASTIDIRE.
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INFASTIDIRE.
Definiz: Att. Dar fastidio ad alcuno, Recargli noia, molestia. –
Esempio: Machiav. Comm. 137: Orsù, io me ne voglio ire, ch'io veggo come lo stare accompagnato t'infastidisce.
Esempio: Alam. L. Gir. 14, 121: L'altro che no 'l vorrebbe infastidire Si acqueta, e seguel poi senza altro dire.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 120: E mi perdoni, che la infastidisco troppo; e me li offero e raccomando.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 161: Non per difetto, ma per pienezza di riverenza s'erano astenuti di comparirle avanti con loro instanze e d'infastidirla.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 79: Ogni orazione gli annoia, ogni divozioncella gl'infastidisce.
Esempio: Red. Lett. 2, 87: Non iscrivo al signor generale, per non lo infastidire.
Esempio: Magal. Lett. At. 29: Eccomi ad infastidirvi per la terza volta, prima di veder la replica alle mie antecedenti.
Esempio: Manfred. Scritt. Mot. Acq. 6, 167: Ma per non infastidirvi, basterà che io vi faccia osservare, come ec.
Esempio: Fag. Comm. 1, 128: Di questo non se ne pigli più pena. Si son trovati certi danari: ed io con essi ho quietato Ciapo e la Lena, i quali più non l'infastidiranno.
Esempio: Giacomell. Carit. 113: Io non ti starò a infastidire inopportunamente con ciance.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 14: Che se vien qualcheduno a infastidirmi, Io mettere saprollo alla ragione, Col sugo delle rime e del bastone.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 26: Io non son buono a infastidir nessuno; Son così fatto.
Definiz: § I. E in costrutto con le particelle A o Di, per Sollecitare alcuno con premure insistenti e moleste a fare checchessia. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 453: Quanto a Bernardo, è bene non lo infastidite di pigliare partito di sè; chè a poco a poco si andrà risolvendo.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 59: Sia lode al ver, nessun ci fu Che il mio naso a stampar m'infastidì.
Definiz: § II. E con più grave senso, per Incomodare, Disturbare, Travagliare. –
Esempio: Red. Cons. 1, 140: I lunghi mali di Sua Eminenza nello stato presente consistono in una lunga diarrea, la quale infastidisce cinque o vero sei volte il giorno.
Definiz: § III. E per Recar nausea, Nauseare; riferito a stomaco o a gusto. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 237: Per la qual cosa infastidisce [il liquore insipido] lo stomaco e indebolisce e rendelo molle, e non lascia digestire il cibo nello stomaco.
Esempio: Giacomin. Nobilt. lett. 20: La frequenza di un cibo ci infastidisce il gusto.
Definiz: § IV. Talora vale Avere, Prendere, in fastidio checchessia. –
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 43: All'anima e al corpo è data regola di buona vita, e l'una e l'altro per disubbidienza inferma. All'una e all'altro sono apparecchiati rimedj; ma ciascuno gl'infastidisce e fugge.
Esempio: Esop. Fav. S. 24: Lo continuo pensiero fa infastidire ogni dilettoso mangiare.
Esempio: Vill. M. 354: Ma ne' nostri paesi, ove truovano il pane e 'l vino e la carne fresca, infastidiscono il loro cibo, il quale per dolce usano ne' diserti.
Esempio: Poliz. Pros. 18: Costoro son quelli, li quali mai il lungo studio non infastidirono.
Definiz: § V. Si usò, riferito al corpo umano, per Empire di fastidio, cioè di sporcizia, sudiciume. –
Esempio: Grazz. Pros. 325: Ma io per me non ho loro (a quelli a cui piacciono i pesci) invidia, anzi prego il cielo che ve gli mantenga su, non facendone troppo guasto e poco conto tenendone, non tanto per essere umidicci e mal sani, quanto che son rignosi e rincrescevoli e fastidiosi, fanno cattivo stomaco, tristo alito e pessima digestione, e finalmente, continuandogli, infastidiscono altrui.
Definiz: § VI. Neutr. pass. infastidirsi Prender fastidio di checchessia, Venire checchessia in fastidio ad alcuno. –
Esempio: S. Ag. C. D. 3, 125: L'anima vilificata e sottoposta in adulterio alli spiriti immondi, si volle multiplicare li iddii, alli quali sia sottomessa ad essere contaminata, come si è dilettata di molti, così alcuna volta se n'è infastidita.
Esempio: Segn. B. Rettor. volg. 126: Questi tali cangiano agevolmente pensieri, e presto s'infastidiscono de' piaceri che e' si pigliano.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 470: Le persone del mondo alcuna volta s'infastidiscono di quell'amore ch'è portato loro, e lo disprezzano.
Esempio: Soldan. Sat. 20: Calcula nel tuo aver, che qualche cosa Ne ha tòrre o questi o quel: vedi che sia La minor parte: e poi ti quieta e posa, Chè il troppo infastidirsene è pazzia.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 2, 4: Prevedevano, che quantunque nella probabilità delle cose avvenire avessero i Francesi a restar signori, si sarebbero tuttavia, per l'impazienza e l'instabilità, di cui sono notati, presto infastiditi delle cose d'Italia, ed in parte ritirati.
Definiz: § VII. Si usò pure in forma di Neutr., anche in costrutto con la prep. In. –
Esempio: Imit. Crist. 107: Certamente che tu se' mio Signore, ed io sono tuo povero servo, e sono obbligato servire a te con tutte le mie forze, e mai non mancare nè infastidire nelle tue laudi.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 150: Come le cose amare perturbano il gusto, e le dolci lo stuccano, così gli uomini infastidiscono del bene, e del male si dolgono.
Esempio: Bald. Vit. Feder. 1, 19: Vizio comune degli uomini è l'aver in odio le cose di che abbondano, infastidir della copia, ed amar quelle in che s'incontrano più di rado.