Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ARAZZO.
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ARAZZO.
Definiz: Sost. masc. Panno tessuto a figure, per uso di parare e addobbare;
così detto dalla città di Arras in Francia, donde da prima veniva; per lo che fu detto anche Panno di Arazzo e di Arazza. –
Esempio: Pandolf. Gov. fam. 55: Le mostrai tutte le cose di pregio, gli arienti, gli arazzi, le vestimenta, le gemme e tutte le nostre gioie.
Esempio: Burch. Son. 1, 27: Però chi troppo bada In su le storie de' panni d'Arazza.
Esempio: Savonar. Pred. 19: Le mura delle case loro tutte coperte d'arazzo e di tappeti, e insino alle mule tutte ornate.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 48: E tengonlo la notte appresso al letto [l'orinale] Drieto ai panni d'arazzo ed ai tappeti.
Esempio: Cellin. Vit. 199: Il marchese istava ritto da canto, appoggiato a un panno d'arazzo.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 30, 104: Già coperto di arazzi è ciascun muro.
Definiz: § I. In proverbio, Fatto le feste, non si trova chi spicchi gli arazzi; che significa, A cosa fatta, non si trova chi paghi. –
Esempio: Grazz. Comm. 314: E io ti dissi che gli voleva innanzi [i danari]; tu non debbi sapere che, fatto le feste, non si trova chi spicchi gli arazzi.