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1) Dizion. 5° Ed. .
ICORE.
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Dizion. 5 ° Ed.
ICORE.
Definiz: Sost. masc. Specie di fluido sottilissimo, che gli antichi Greci immaginarono essere il sangue degli Dei.
Dal lat. ichor, e questo dal grec. ἰχώρ. –
Esempio: Salvin. Iliad. 133: E sì ne scorse L'immortal sangue della Dea [Venere], l'icore, Quale ne scorre agl'immortali Iddii.
Esempio: E Salvin. Disc. 1, 105: Dicendo: quello non essere icore, ovvero bianco umore, che Omero assegna agl'Iddii.
Esempio: Mont. Iliad. 5, 444: Forò l'asta la cute, Rotto il peplo odoroso a lei tessuto Dalle Grazie, e fluì dalla ferita L'icore della Dea, sangue immortale, Qual corre de' Beati entro le vene.
Esempio: E Mont. Iliad. 5, 541: In questo dir con ambedue le palme La man le asterse dal rappreso icore E la man si sanò, queta ogni doglia.
Definiz: § E Term. della Medicina. Liquido purulento e putrido, che cola da certe piaghe di maligna natura. E dicesi altresì Un liquido sottile e sieroso, che si forma nel corpo animale. –
Esempio: Red. Cons. 1, 56: Ritornando indietro quegli icori fermentati e impuri,... cagionano in gran parte i travagli di questa illustrissima signora.
Esempio: E Red. Lett. 1, 263: Il quale intestino retto suol gemere alcuni icori, o sieri acri, mordaci, pungenti e salsugginosi.
Esempio: E Red. Lett. 1, 267: Acciocchè le arterie potessero per questa strada sgravarsi continuamente di quegli icori, ec.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 263: Se poi la marcia o un icore sanioso e fetentissimo sia stillante da qualche piaga gangrenosa,... è necessario ec.
Esempio: Pap. Cons. med. 2, 22: Una quasi assidua distillazione d'icore o siero avutasi dalle pustule o escoriazioni cutanee delle sue gambe.
Esempio: Targ. Osserv. medic. 9: La quale [epifora] si esulcerò poi anch'essa e gemè icore mordace.