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1) Dizion. 5° Ed. .
OSPEDALE.
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OSPEDALE.
Definiz: Sost. masc. Luogo pio dove si accolgono e si curano persone inferme o comecchessia bisognevoli di cura e assistenza. E in origine Luogo che serviva di ospizio ai viandanti e più propriamente ai pellegrini. Riceve varj aggiunti, come Ospedale Civile, Ospedale Militare, Ospedale Dei cronici, Ospedale Degl'invalidi, Ospedale Degl'innocenti, Ospedale Dei pazzi, secondo la qualità degl'infermi che vi si accolgono, e il genere di malattie che più particolarmente vi si curano. Comunemente Spedale. Forma varia di ospitale. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 151: Chè ogni tristo vuol fare arma e far casati; e chi tali, che li loro padri seranno stati trovati agli ospedali.
Esempio: E Sacch. Op. div. 215: Venne a tanta miseria, che in uno vile ospedale, non trovando nè parente nè amico che 'l ritenesse, finì la vita sua.
Esempio: Red. Lett. 1, 352: E all'ospedale delle donne, chi di cotesti medici è obbligato ad andarvi?
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 20: Nè.... tralasciavansi provvedimenti di utilità, o di ornamento;... sorgevano.... case di rifugio e di ricovero, ospizj ed ospedali.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 218: Se duro coi ragazzi, Vado a morire all'ospedal dei pazzi.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 215: Chi volete che sia tanto bestiale, Da permetter che un suo lavoratore Vada a morir d'inedia all'ospedale?
Esempio: Guast. Rapp. El. 585: Assai lo volle adoperato in quel rapido rimescolamento di cose, fino a porlo nella Commissione ch'ebbe a prendere in esame lo stato economico del maggior ospedale.