Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ODIATO.
Apri Voce completa

pag.400


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
ODIATO.
Definiz: Partic. pass. di Odiare. ‒
Esempio: Vill. M. 217: Giovanni, sentendosi povero di danari, e sanza gente d'arme a potersi difendere, e odiato da cittadini dentro; e sanza speranza di soccorso di fuori,... prese partito.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 25, 1, 148: Eternamente odianti Iddio (i dannati), e da Dio eternamente odiati.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 186: Rimase essa dunque col batticuore, con la vergogna, col rimorso, col terrore dell'avvenire, e con la sola compagnia di quella donna odiata da lei, come il testimonio della sua colpa.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 539: Que' prepotenti odiati e rispettati, soliti a andare in giro con uno strascico di bravi, andavano ora quasi soli, a capo basso, con visi che parevano offrire e chieder pace.
Definiz: § I. In forma d'Add. Avuto in odio, Aborrito, Inviso; o, con più tenue senso, Da cui alcuno rifugge: detto così di persona come di cosa. ‒
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 547: Che cosa è povertà? È odiato bene, e benavventuranza sanza sollicitudine.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 117: De l'odiato scritto ogni parete, Ogni uscio, ogni finestra vede piena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 43, 9: Così dicendo il buon Rinaldo, e in tanto Respingendo da sè l'odiato vase, Vide ec.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 161: L'odio finalmente insino a tanto che non vede la cosa odiata spenta del tutto, la perseguita sempre.
Esempio: Car. Eneid. 2, 981: Non il volto De l'odïata Argiva, non di Pari La biasmata rapina, ma del cielo E de' Celesti il voler empio atterra La troiana potenza.
Esempio: Red. Osserv. Vip. 61: Fatto un cerchio di frassino, e messavi dentro una serpe, ed un monticello di brace accesa, quella fiera si getta più volentieri nel fuoco, che tra le frondi dell'odiato albero.
Esempio: Pindem. Poes. 267: La punisce assai Quel crescente ognor più sovra le guance Odiato di lucertola colore.
Definiz: § II. In forza di Sost. Colui che è odiato, inviso, e simili. ‒
Esempio: Car. Arist. Rett. 115: La ragione è questa, che l'uno vuole che colui con chi s'adira patisca a rincontro di quel ch'ha fatto patire a lui. E l'altro vorrebbe che l'odiato non fusse al mondo.