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1) Dizion. 5° Ed. .
DESIARE e DISIARE.
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DESIARE e DISIARE.
Definiz: Att. Lo stesso che Desiderare; ma è voce d'uso più che altro poetico, e specialmente nella seconda forma. Dal sost. desio e disio. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 9: Libere in pace passavam per questa Vita mortal ch'ogni animal disia.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 13: Poco prezzando quel ch'ogni uom desia.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 249: Io non credo che sia alcuno che possa meglio dare rimedio a quello che desiate, come poss'io.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 14: Quella non par che desiata avanti Fu da mille donzelle e mille amanti.
Esempio: Segner. Pred. 464: E non più tosto di accoglierla volentieri, quando ella (la morte) venga, se non vi darà cuore ancora di desiarla.
Esempio: Forteguerr. Cap. 229: Oh gente stolta, la qual non arriva A desiar se non quei beni solo, Che a lei suo immaginar falso descriva!
Esempio: Bottar. Lez. Decam. 1, 24: Quantunque per la ricevuta beffa la vendetta ardentemente desiasse.
Definiz: § I. E assolutam. –
Esempio: Dant. Purg. 3: E disiar vedeste senza frutto Tai, che sarebbe lor disio quetato.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 22: Peleo invano dagli emonii colli Desiando aspettò se delle schiere Rimirasse la polve.
Definiz: § II. E reggente altra proporzione per mezzo della cong. Che, o altro verbo all'Infinito, sia in modo diretto, sia mediante la particella Di. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Vegno di loco ove tornar disio.
Esempio: Plut. Vit. 23: Galiaccio gli avea mandato a dire che lo desiava vedere.
Esempio: Petr. Rim. 1, 18: Ed i' desio Che le lagrime mie si spargan sole.
Esempio: Med. L. Op. 4, 104: Desiava che gli occhi della donna mia avessino quella forza e virtù che si legge ebbe il viso di Medusa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 17: È l'uom che di veder tanto desio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 76: Chiunque desia (o desio santo e raro!) Farsi per fama chiaro.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 86: Così Goffredo impone, il qual desia Che si racconci [la torre guerresca] innanzi al novo sole.
Esempio: Forteguerr. Cap. 172: Madonna.... desia Giocando di passar cinque o sei ore.
Definiz: § III. Neutr. Si usò per Essere in desio, Piacere, Dilettare, Talentare. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 51: Nulla amistate, nullo Vangelio, nè legge, nè cosa altra chetar potea voi: e pur vendetta fare vi disiava.
Esempio: Tav. Rit. 1, 182: Molto gli disiava l'essere colla reina Ginevra.
Esempio: Pucc. A. Rim. 274: Non perch'elle non possan comperare Del vino e d'altro, come lor disia, Ma pe' mariti voglian risparmiare.
Definiz: § IV. È meglio ben disiare, che mal tenere; si disse in proverbio a significare, Esser meglio contentarsi del desiderio di cosa buona, che appagarsi del possesso di cosa o cattiva per sè medesima, o conseguita disonestamente. –
Esempio: Bocc. Filoc. 473: Appresso ne dice un volgar proverbio: Egli è meglio ben disiare, che mal tenere; però amisi la più nobil donna, e la men nobile con giusta ragion si rifiuti, per nostro giudizio.