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GASTIGAMENTO ed anche CASTIGAMENTO.
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GASTIGAMENTO ed anche CASTIGAMENTO.
Definiz: Sost. masc. Il gastigare o castigare, Gastigo, Punizione: anche figuratam.; ma è voce oggi non comune. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 1: Chi ama la dottrina, ama la scienza; ma chi innodia li gastigamenti, è matto.
Esempio: E Albertan. Tratt. volg. 63: Meglio è manifesto gastigamento, che amor nascoso.
Esempio: Cic. Ufic. 32: Ma ogni punizione e gastigamento debba mancare di villana superbia.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 1, 263: Io t'ho percosso di piaga di nimico, e di crudele castigamento.
Esempio: Fior. Virt. 177: Il gastigamento con alcun temperamento di gridare si dee fare.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 155: Con tutto che questo che io ti fo non si possa assai propiamente vendetta chiamare, ma più tosto gastigamento, inquanto la vendetta dee trapassare l'offesa, e questo non v'aggiugnerà.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 293: Ciascun diceva lui degno non solamente di riprensione, ma d'aspro gastigamento.
Definiz: § I. E per Ammonizione, Avvertimento; ed anche Correzione. –
Esempio: Dant. Conv. 378: La verecundia è una paura di disonoranza per fallo commesso; e di questa paura nasce uno pentimento del fallo, il quale ha in sè un'amaritudine, ch'è gastigamento a più non fallire.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 189: Commendato il valore, ed il leggiadro gastigamento della Marchesana fatto al re di Francia ec.
Esempio: Avvertim. Maritagg. 8: Quella [donna] che non riceverà gastigamento, si e' riceverà onta e disonore.
Esempio: E Avvertim. Maritagg. appr.: Ancora dice Salomone che femmina che non tema gastigamento, la bellezza non le stae bene se non come ec.
Esempio: Vell. Cron. 53: Molta fatica e sollicitudine durò in allevare me e' miei fratelli, considerato che, si può dire, non avessimo altro gastigamento, e spezialmente di padre, perocchè quasi del continuo nostro padre stette di fuori.
Esempio: Burch. Son. 194: Non dispregiar l'altrui correggimento, Che chi è savio, caro dee tenere Nel suo error l'altrui castigamento.
Definiz: § II. Gastigamento, si usò per Quella figura retorica, che dicesi Riprensione. –
Esempio: Giamb. Tull. Rettor. 83: E un altro ornamento, che s'appella gastigamento, il quale si fa quando il dicitore quello che ha già detto rimuove, e un'altra cosa, che meglio vi s'acconcia, pone in luogo di quella in questo modo: Posciachè questi ebbono vinto, anzi furono vinti, ec.