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1) Dizion. 5° Ed. .
FARNETICARE.
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FARNETICARE.
Definiz: Neutr. Dir cose prive di senso, Vaneggiare, Delirare, od anche Operare senza conoscenza di ciò che si faccia, a cagione di febbre o altra malattia che offenda le facoltà della mente, o per sonnambulismo.
Da freneticare, per alterazione popolare; e questo, da frenesia. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 302: Che dice Pirro? farnetica egli? Disse allora Pirro: non farnetico no, madonna.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 206: E quelli dice: Hai tu il farnetico? La donna risponde: Farneticato avrai tu.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 59 t.: Non sapendo per vero, se ella era volontà libera, o forzata pure e costretta dalla grandezza del male, che traendolo di sentimento, lo avessi indotto a farneticare, come certo pare verisimile.
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 2, 102: Quando.... il cervello è offeso per qualunque cagione, di maniera che patisca non solamente la fantasia, ma la cogitativa ancora, in guisa che non si immagini nè si giudichi rettamente, ma si dicano cose vane e diverse, senza alcuno discorso o proposito, cotale accidente si chiama propiamente da noi Fiorentini farneticare; e ben so che anco quando pecca solamente la fantasia o la cogitativa, diciamo medesimamente; anzi quando alcuno in dormendo favella, come avviene molte volte, lo diciamo farneticare. E chi vuole intendere la cagione perchè cotale accidente si cagioni nelle febbri acute ed ardentissime, legga ec.
Esempio: E Varch. Lez. Pros. var. appr.: Ed usano questo verbo farneticare e questo nome farnetico, in questo propio significato, non pure i medici, ma le donne e tutto il volgo fiorentino; tolto, per quanto si può stimare, da questa voce greca φρενῖτις ovvero φρενιτίασις che dir si debbe, la quale i Latini chiamano ora phrenêsis,... ed or phrénesis...; se già non volessimo dire, come io piuttosto credo, d'averlo pigliato da' Provenzali o da' Franzesi, che dicono frénésie.
Esempio: Cellin. Vit. 179: Messer Giovanni Gaddi.... diceva: Il poverino farnetica, e ce n'è per poche ore.... Vedutomi schernire, io mi volsi a messer Giovanni Gaddi, ed a lui dissi: Caro mio padrone, sappiate che io non farnetico.
Esempio: Grazz. Comm. 32: Dirò ch'io farnetichi, farò le viste d'essermi levata in sogno: lasciami andar così in verso lei con gli occhi mezzi chiusi e mezzi aperti.
Esempio: E Grazz. Comm. 33: Tu ti sarai levata in sogno; e farneticando arai fatto questo.
Esempio: Serdon. Esort. volg. 45: Chi negherà essere pazzia degna di riso il volere.... con animo ostinato far forza di ferire con la fronte una pietra durissima, e credere di spezzarla? Ma non è questo chiaro segno non solamente d'un vecchio che farnetichi, ma anche d'animo furioso di stoltizia, ec.?
Definiz: § I. Per similit., Dire, od anche Fare, cose fuor di ragione e proposito, vane, stravaganti, e simili; ed anche semplicemente, Far pensieri vani, Fantasticare, Abbacare. –
Esempio: Sacch. Rim. M. 313: Molto ci van le feminelle a danza, Narrando per visione i capogirli, Dove possan ben dirli. Farnetica ciascun quanto più puote Per tale andazzo di cervella vote.
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 2, 103: Quando alcuno, o a bello studio oppur non se ne accorgendo, o fa o dice alcuna cosa o senza ragione o fuori di proposito, noi diciamo che egli farnetica; onde noi dimandati alcuna volta di alcuna cosa che ci paia o strana o fuori di proposito, o la quale non ci piaccia, per avvertire colui dell'error suo, o mostrare che non ci piaccia nè volemo farla, rispondiamo: tu farnetichi; come rispondiamo ancora per le medesime cagioni: tu sogni, tu abbachi, tu sei spiritato, ec.
Esempio: E Varch. Lez. Pros. var. 2, 104: Possiamo dunque parlare di questo verbo farneticare in due modi: o quando significa farneticare propiamente, come si dichiarò di sopra, o quando significa non farneticare propiamente, ma, per una cotale o somiglianza o traslazione, fare o dire cose somiglianti a quelle che dicono i farneticanti.
Esempio: E Varch. Ercol. 73: Quando alcuno fa o dice alcuna cosa sciocca o biasimevole, e da non dovergli per dappocaggine e tardità, o piuttosto tardezza sua riuscire, per mostrargli la sciocchezza e mentecattaggine sua, se gli dice in Firenze: Tu armeggi, tu abbachi, tu farnetichi, tu annaspi, tu t'aggiri, tu t'avvolgi,... tu t'avviluppi, tu t'avvolpacchi.
Esempio: Ricc. L. Teofr. Caratt. 3, 249: La qual cosa intender.... si dee solamente di quella spezie di diffidenza, che il presumere di noi medesimi toglie, non di quella, che da piccolezza di cuore procedendo, pieni di angoscia per l'incertezza dell'esito, col dubbiare o farneticare ci tiene, la quale come vizio fuggire si vuole.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Colomb. Lett. 72: Chi à Cristo, à ogni bene; àmmi Iddio fatto conoscente che tutto el mondo sogna e tutto farnetica (così il manoscritto; male la stampa farnetiza).
Definiz: § III. In forma d'Att. Dire, o Pensare, fuor d'ogni proposito, a sproposito; usato in proposizione interrogativa e col che oggettivo. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Domando Un par di scarpe. - Son qui al suo comando. - Rimuginando poi fra certi arnesi, Volete, domandò, socco o coturno? Ma che farneticate? gli richiesi. Ei mi rispose: Cerco il plettro eburno, ec.
Definiz: § IV. Farneticare a santà, cioè a sanità, si disse per Dire, o Fare, pazzie senz'avere offeso il cervello. –
Esempio: Bocc. Laber. 195: Tu non sai ove tu ti se': se' tu in buon senno? Tu farnetichi a santà; e anfani a secco; e cotali altre lor parolette appuntate.