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1) Dizion. 5° Ed. .
EPILOGO.
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EPILOGO.
Definiz: Sost. masc. Breve ricapitolazione delle cose principali dette innanzi.
Dal lat. epilogus, e questo dal grec. ἐπίλογος. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 278: Ed acciocchè non paia ch'io voglia al tutto annullare la scienza de' sogni e della loro interpretazione,... è convenevole che nella fine del trattato, quasi per modo d'uno epilogo, ricogliendo in brieve quello che di sopra lungamente è scritto, si ponga quello che de' sogni si debbia.... tenere.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 81: Restaci, quasi come uno epilogo, che io racconti una legge appresso de gli antichi architettori antichissima,... ed è questa. Poni sotto le mura fondamenti fermissimi; fa' che le cose di sopra stieno a piombo sopra quelle di sotto ec.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 6, 3, 187: La cui materia malagevole essendo molto, come udito avete, meriterebbe un epilogo sustanzievole.
Esempio: Guglielmin. Nat. Fium. 90: Da tutto il predetto si può raccogliere per modo di epilogo, che ec.
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 266: Dal lungo ragionamento che io ho avuto con voi della fabbrica de' muscoli, e dal ristretto ed epilogo ch'io n'ho fatto poco fa,... io prendo motivo di credere, ec.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 163: Epilogo delle cose principali sopra il verme lato.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Accolt. Oraz. I, 6, 124: Cento e mill'altri argomenti vi sarebbono da rappresentarvi, espressivi tutti al vivo, della di lui amorosa disposizione e bontà verso i suoi popoli,... ma di tutti epilogo ve ne sarà l'amore, l'affezione e la divozione veracissima e singolarissima di questa città, e degli stessi suoi popoli verso di lui.
Definiz: § II. E conforme al senso latino, dicesi anche alla Parte ultima della orazione, nella quale si raccoglie e si ripete la sostanza delle cose provate o dimostrate; più comunemente Perorazione. –
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 26: Essendo questo parlare disteso, ed il più delle volte lungo, e dovendo lasciare il contenuto impresso nelle menti de gli auditori e quegli ben disposti e favorevoli, se gli è dato l'epilogo, così detto da i Greci, e con il medesimo nome da i Latini spesse volte nominato, i quali con i nomi della lor lingua e conclusione e perorazione anche questa parte chiamano; nella quale si riduce a memoria quello che abbiamo detto con accorta ripetizione, e si dispone di nuovo l'auditore. Così adunque abbiamo quattro parti; proemio, proposizione, pruova, epilogo, nelle quali il parlare oratorio ha la sua perfezione.
Esempio: Segn. B. Rettor. volg. 235: L'epilogo è di quattro cose composto. Una è dispor bene l'uditore inverso di sè, e male inverso la parte; l'altra, d'accrescere e di diminuire; la terza, di far l'uditore perturbato; e la quarta ed ultima è di ricordare le cose dette.
Esempio: E Segn. B. Rettor. volg. 236: Nell'epilogo si debbe sommariamente dir le cose che sono state provate; e debbesi incominciar così: Io ho attenutovi, giudici, quel tutto che io v'impromessi.
Esempio: Speron. Op. 1, 213: Come il movere e l'insegnare sono frutti d'invenzione, le cui parti sono proemio, narrazione, divisione, confirmazione, confutazione ed epilogo; così il diletto si dee dire opra della oratoria elocuzione.
Definiz: § III. Pur conforme al senso latino, dicesi anche a Poesia per lo più breve, posta in fine a una raccolta o libro di componimenti poetici, la quale serva come di conclusione, ovvero di licenza. –
Esempio: Talent. Lez. II, 4, 64: Laddove gli altri lirici adunque, come Orazio, fatto un epilogo separato da tutto 'l libro s'andavano gloriando d'avere fatto opera da durare in perpetuo contro l'impeto della morte e del tempo;... egli (il Petrarca).... attendendo alla felicità futura dell'anima, più che alla gloria del nome, volle, con epilogo, parimente separato, tutto pentito, dimandar perdono non solo dell'errore commesso nel modo del comporre, ma ec.