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1) Dizion. 5° Ed. .
BURLARE
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BURLARE.
Definiz: Att. Fare altrui una burla, Fargli un tiro scherzevole. –
Esempio: Castigl. Cortig. 157: Qual sa com'io mi pigli piacer quando son maschera di burlar giudei.
Definiz: § I. E per Schernire, Dileggiare. –
Esempio: Car. Arist. Rett. 144: Il burlare non è altro che un ingiuriar destramente e senza villanìa.
Esempio: Grazz. Rim. Lett. 2, 15: Pure, a chi paresse che io l'abbia burlato, canti egli le lodi sue.
Esempio: Salvin. Podagr. Luc. 27: De' pazienti ognun sostenga, e soffra D'esser burlato, d'esser motteggiato.
Definiz: § II. E in forza di Neutr., vale Scherzare, Non dire, Non fare davvero. –
Esempio: Cas. Pros. 2, 91: Io scrissi burlando de' 400 scudi, e la burla è stata poi verità.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 161: Filippo.... non poteva tenersi che, alcuna volta burlando, non motteggiasse.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 20: Così, così, 'n un certo mo' burlando, Par fatto per trafigger quei meschini.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 14: Traendo nella destra un lioncino, pareva che lo sollevasse per far così burlando paura.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 241: Dell'errore Pentita, lo pregavo, Che ritornasse in casa, Chiedendogli perdono. L. Tu burli. D. È vero da quella che sono.
Definiz: § III. Burlarsi di una persona o di una cosa, vale Farsene beffe, Non farne conto, Disprezzarla. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 50: Se nessuno di quelli che ti vedessero andare per aria in così nuova forma, e per questo si ridessero o si burlassero del fatto tuo, ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 295: Perchè burlomi Di lui talvolta, l'ha per male.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 143: Interrogati poi alcuni che vi erano stati, sentii tutti burlarsene.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 360: Per l'amico non si debbono prendere l'armi contra la patria, dice Cicerone; ma di ciò si burla Gellio.
Definiz: § IV. In proverbio: Tal burla che si confessa; che oggi dicesi più comunemente Chi burla si confessa, e vale, Tal volta scherzando avviene di dire la verità. –
Esempio: Cecch. Donz. 5, 4: Tal mostra di burlar, che si confessa.