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1) Dizion. 5° Ed. .
FROGIA.
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Dizion. 5 ° Ed.
FROGIA.
Definiz: Sost. femm. Ciascuna delle due estremità cartilaginose delle narici de' cavalli, muli od asini: ma prendesi anche per le stesse Narici. Usato comunemente nel plur.
Si ha forgia per Foce nel dialetto siciliano, e nel napoletano forgie per Narici. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 181: Che dirò io (l'asino) della mia compagnia? Come eran vecchi quei muli, magri quei cavallacci, e avevan quei capacci pieni di piaghe vecchie, e come pendevan quelle froge del naso, e quanto cimurro gettavano!
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 509: Il cavallo.... il quale a un tratto si desta, piglia voga, trasalta e rallegrasi, tramandando dalle aperte sue froge e sbuffanti più vivo e più infocato e più generoso e più liberale lo spirito.
Esempio: E Salvin. Georg. 3, 171: Allora, s'alcune armi lungi Fecer rumor, non sa [il cavallo] stare alle mosse; Mena gli orecchi, e trema nelle membra; E raggira alle froge il chiuso foco.
Definiz: § Per similit., detto alle Falde, o Alette, laterali nel naso dell'uomo. –
Esempio: Franc. Son. 40: Uscito delle froge a Marco Ricci.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 23: Onde il marito più adirato richiamandola, ed ella non rispondendo, montato sulle furie, se n'andò da lei, e senza dire altro, con un coltello che li venne alle mani, le mozzò le froge del naso; e gittandogliene nel viso, ec.
Esempio: Salvin. Teocr. 61: Un lungo solo irsuto ciglio Stendesi in fronte (a Polifemo) da un orecchio all'altro. E sotto v'è un sol occhio; e sopra i labbri Sta un ampio naso con ben larghe froge.