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1) Dizion. 5° Ed. .
DIAFANO.
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DIAFANO.
Definiz: Add. Aggiunto di quei corpi corpo diafano traverso ai quali passa liberamente la luce, onde si posson vedere le cose poste di là da essi: Trasparente.
Dal gr. διαφανής. –
Esempio: Dant. Conv. 198: A me conviene lasciare per povertà d'intelletto molto di quello ch'è vero di lei, e che quasi nella mente raggia; la quale, come corpo diafano, riceve quello non terminando.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 116: Lo quale [cielo] molti chiamano cristallino, cioè diafano, o vero tutto trasparente.
Esempio: Dat. L. Sfer. 1, 25: Suo cielo è trasparente e diafàno.
Esempio: Med. L. Op. 4, 113: L'acqua non può ricevere alcuna tal forma, se non ha un simile obbietto assistente; perchè la natura dell'acqua è così fatta per esser corpo diafano.
Esempio: Accolt. Prosp. 3: Fanno effusione di loro per il mezzo diafano dell'aria terminante la superficie della pupilla dell'occhio.
Esempio: Gell. Porz. Col. Occh. 48: Aggiugnesi un'altra non minor questione a questa, come l'omor cristallino,... essendo di natura diafano e trasparente, possa ricevere e ritenere le imagini de le cose.
Esempio: Galil. Op. astronom. 3, 125: Intendendo per Terra non solamente questo corpo opaco, dove si terminano i raggi solari; ma insieme con questo, quella parte dell'ambiente diafano che riempie tutte le valli.
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 359: Postocciò, ne verrebbe che quanto il corpo fosse più diafano, tanto minore avesse densità e tenacità.
Definiz: § I. E in locuz. figur. –
Esempio: Med. L. Op. 2, 60: Al fin l'incendio si fe' luce pura, Che par nel cor diafano si esprima: Così nel cor, non che in sè luce abbi egli, Luce la luce di due occhi begli.
Definiz: § II. In forza di Sost. L'esser diafano, Qualità di diafano, Diafanità. –
Esempio: Dant. Conv. 212: Certi corpi per molta chiarità di diafano avere in sè mista, tosto che 'l sole gli vede, diventano tanto luminosi che per multiplicamento di luce in quelli, appena discernibile è lo loro aspetto.
Esempio: E Dant. Conv. 213: Certi sono tanto vincenti nella purità del diafano che diventano sì raggianti, che vincono l'armonia dell'occhio.... Certi altri sono tanto sanza diafano, che quasi poco della luce ricevono, siccome la terra.
Esempio: Segn. B. Tratt. Anim. 76: Non già è il diafano aria o acqua, o alcun altro corpo detto; ma è,... una natura comune che è in essi corpi, mediante la quale essi traspaiono.
Esempio: E Segn. B. Tratt. Anim. 77: Detto s'è adunche, conchiudendo, che il diafano, è una proprietà che conseguita comunemente ad alcuni corpi di fargli trasparere; la qual proprietà è ridotta in atto dal lume.
Esempio: Gell. Porz. Col. Occh. 49: Conciosia cosa che la natura del diafano e del lucido sia di portar le imagini a essi organi e a essi sensorj, ma non già di ritenerle.
Definiz: § III. E per Corpo diafano; e in particolare per quello che gli scienziati chiamano Mezzo. –
Esempio: Cavalcant. Rim. 30: Prende suo stato sì formato, come Diàfan dal lume, d'una oscuritate.
Esempio: Savonar. Pred. 17: A vedere si richiede tre cose: la prima, la potenzia visiva: la secunda è l'obietto: la terza, el mezzo illuminato; il che domandano li filosofi, diafano.
Esempio: Galil. Op. astronom. 3, 128: Non aviamo dall'aria e dall'etere celeste in poi cognizione di diafano alcuno, il quale oltre una piccolissima grossezza non impedisca il passaggio alla nostra vista.
Esempio: E Galil. Op. astronom. 4, 252: I raggi, che nel venir dall'oggetto all'occhio segano ad angoli retti la superficie di quel diafano in cui si dee far la refrazione, non si rifrangono altrimenti.
Esempio: E Galil. Op. astronom. 5, 2, 385: Il qual negozio mi par differentissimo da quello del vaso e dell'acqua, essendo che in questo l'occhio è in un diafano diversissimo da quello nel quale si trova la moneta.
Esempio: Buonarr. Sat. 8, 270: Veggo assai cose, io vate, per un velo, Per un diafano, un vetro e un traguardo.