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1) Dizion. 5° Ed. .
CAPRO.
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Dizion. 5 ° Ed.
CAPRO.
Definiz: Sost. masc. Il maschio della capra domestica, che più comunemente dicesi Becco.
Dal lat. caper. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 26: Io ti depongo un capro, vario di pelo, di corpo grande, barbuto ec.
Esempio: E Sannazz. Arcad. 72: Furasti il capro, ei ti conobbe ai zaccari.
Esempio: Red. Ditir. 3: Infiniti Capri e pecore Si divorino.
Definiz: § I. E per Caprio, ossia Capriolo, specialmente nel linguaggio della poesia. –
Esempio: Ar. Sat. 1, 154: Or sa che differenza è dalla carne Di capro e di cinghial che pasca al monte, Da quel che l'Elisea soglia mandarne.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 11: Così men vivo in solitario chiostro, Saltar veggendo i capri snelli e i cervi.
Esempio: Legg. Tosc. 2, 142: Per tutto lo stato di Sua Altezza serenissima non si possa imberciare con archibusi a capri, porci e cervi.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 44: I quarti deretani Del capro infila e volge con le mani.
Definiz: § II. Ed anche per Capricorno, uno dei dodici segni dello Zodiaco. –
Esempio: Bald. Vers. 25: Il neghittoso verno [alloggia] Col Capro, che dal ciel, torbido e fosco, Di bianca e fredda neve ingombra i campi.
Esempio: E Bald. Vers. 27: A la costui sinistra è 'l freddo Capro.
Definiz: § III. Capro emissario, dicevasi in antico presso gli Ebrei Quello che ogni anno, carico di maledizioni, cacciavasi in luoghi deserti, come in espiazione dei peccati del popolo. Onde per similit. oggi si suol chiamare così Colui, sul quale caricansi i torti e gli odj e le maledizioni di molti.