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1) Dizion. 5° Ed. .
GANIMEDE.
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Dizion. 5 ° Ed.
GANIMEDE.
Definiz: Sost. masc. Uomo, segnatamente giovane, galante; Cascamorto, Damerino, Zerbino, e simili. Onde Fare il ganimede, vale Stare sulla bella vita, Fare il vagheggino, e simili. Da Ganimede, giovinetto, figlio di Troo, fatto rapire da Giove, secondo la favola, a cagione della sua grande bellezza, e portare a mescergli il nèttare, e anche fatto nel cielo Costellazione. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 78: I mantici ch'intorno han pieni i greppi, Sono i fumi dei principi e i favori Che danno un tempo ai ganimedi suoi, Che se ne van col fior degli anni poi.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 116: Non voglio già, che o troppo vagamente, o con lascivia o fronzoli di sete o d'ori, vadano così all'amorosa vita vestiti, che più tosto sembrino vaghi ganimedi, che politi servidori.
Esempio: Bard. P. Avinav. 1, 35: Sopra linda acchinea uso ogni giorno Andar a farle il ganimede intorno.
Esempio: Vai Rim. 22: Venderebbe un ganimede La camicia per comprarlo.
Esempio: Parin. Poes. 160: Cento ganimedi, in vaga pompa E di vesti e di crin, lucide tazze Ne recan.