Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ARTIMONE.
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ARTIMONE.
Definiz: Sost. masc. Vela, che nelle navi del medio evo stava sull'albero maggiore posto innanzi agli altri; ora sta su quello di dietro, e più comunemente dicesi Vela di mezzana.
Dal grec. ἀρτέμων, ἀρτέμονος. –
Esempio: Dant. Inf. 21: Altri fa remi ed altri volge sarte, Chi terzeruolo ed artimon rintoppa.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 546: Artimone è la maggior vela che abbia la nave; terzeruolo è la minore.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 1, 98: E poi nell'arcipelago là drento Sempre fino al calcese l'artimone, Con fresco mare, e in fil di ruota il vento.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 48: Di cui per men travaglio avea il padrone Fatto l'arbor tagliar de l'artimone.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 11, 165: Poi che il fischio non val, col grido chiede Ch'abbassi l'artimon l'altere corna.
Esempio: Segner. Pred. 492: Imparate que' tanti nomi della lor arte cortamente a mirarsi maravigliosa di poggia ed orza, d'artimone e trinchetto.
Definiz: § E figuratam. –
Esempio: Dant. Conv. 116: Dirizzato l'artimone della ragione all'ôra del mio desiderio, entro in pelago.