Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
VEGLIO
Apri Voce completa

pag.214


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
» VEGLIO
VEGLIO.
Definiz: V. Poet. pronunziata coll'E aperta; Vecchio. Lat. senex. Gr. γέρων.
Esempio: Dant. Purg. 1. Vidi presso di me un veglio solo Degno di tanta reverenza in vista.
Esempio: Petr. son. 309. Non ti nasconder più; tu se' pur veglio.
Esempio: E Petr. cap. 1. Mansueto fanciullo, e fiero veglio.
Esempio: E Petr. Frott. Come non son io veglio Oggi più, ch'ieri al vespro?
Esempio: Dittam. 1. 22. Doler mi fe in questo tempo veglio.
Esempio: Boez. Varch. 5. rim. 4. Troppo severi, e troppo scuri vegli Diede già quella setta, Che dal portico fu Stoica detta.
Esempio: Bern. Orl. 1. 22. 16. Nè fu di senno in tutto ben provvisto A pigliarmi fanciulla, essendo veglio, Che torla antica, o star senza, era meglio.
Definiz: §. Veglio, per Vello. Lat. vellus. Gr. πόκος.
Esempio: Guid. G. 6. In questo vostro reame è un montone col veglio d'oro.
Esempio: D. Gio. Cell. lett. 19. Nel vecchio Testamento è figurato questo nel veglio di Gedeone.