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1) Dizion. 5° Ed. .
CISOLFAUT, che anche trovasi scritto CISSOLFAUT, CSOLFAUT, e C SOL FA UT
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CISOLFAUT, che anche trovasi scritto CISSOLFAUT, CSOLFAUT, e C SOL FA UT.
Definiz: Sost. masc. indeclin. Term. di Musica. Voce con la quale, nell'antico solfeggio, s'indicava il Do della chiave di violino sotto i righi.
È composta di C, sol, fa, ut, con che si designavano altrettante note musicali. –
Esempio: Don. Tratt. Enarm. 335: Così si rende il transito dall'uno nell'altro [tuono] più dolce, giacchè di sette corde, due ne hanno comuni, cioè l'F fa ut, e il C sol fa ut.
Esempio: Magal. Lett. scient. 81: Ci può egli esser mai caso, dico, che vi succeda di pigliare cissolfaut di natura sua grave, per un cissolfaut di natura sopracuta, un'ottava per una settima?
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 1, 331: La terza, poichè alterabile in maggiore e minore, perciò stabilisce la sesta all'alterazione di lei proporzionata, ed amendue stabiliscono e denominano il componimento, per cagione d'esempio, in C sol fa ut terza maggiore, o in De la sol re terza minore.