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Dizion. 4° Ed. .
TARDARE.
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TARDARE.
Definiz: | Indugiare, Trattenersi; e si usa in signific. neutr. e neutr. pass. Lat. cunctari,
morari. Gr. μέλλειν,
ὀκνεῖν. |
Esempio: | Pass. 15. Ricordati, che la morte ha da venire, e non tarda. |
Esempio: | G. V. 10. 25. 2. Lo indugio della cavalcata della gente del Duca si tardò.
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Esempio: | Albert. cap. 64. Non ti tardare adunque a convertire a Domeneddio. |
Esempio: | Cas. lett. 25. Io ho tardato a rispondere alla lettera di V. E. Illustrissima
de' 15. di questo. |
Definiz: | §. I. Talora vale Essere ora tarda. |
Esempio: | M. V. 3. 79. Già si cominciava a tardare il giorno. |
Definiz: | §. II. E col terzo caso, vale Parer tardi, e si usa per mostrar gran desiderio d'alcuna cosa aspettata. |
Esempio: | Dant. Inf. 9. Oh quanto tarda a me, ch'altri quì giunga. |
Esempio: | E Dan. Inf. 21. Allor mi volsi, come l'uom, cui tarda Di veder
quel, che gli convien fuggire. |
Definiz: | §. III. In signific. att. vale Ritardare, Intrattenere, Tenere indietro. Lat. retardare,
detinere, tardare. Gr. ἀνέχειν,
βραδύνειν. |
Esempio: | Dant. Inf. 23. Ma tardavagli 'l carco, e la via stretta. |
Esempio: | G. V. 12. 13. 2. La tardezza del Re Ruberto ec. tardò tanto il soccorso, che in
quella stanza Don Guiglielmo ec. venne a Messina. |
Esempio: | Cr. 6. 22. 9. Avicenna, dice che la sua decozione (del cavolo) e 'l
seme tardano l'ebrietade. |
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