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1) Dizion. 5° Ed. .
GLOSSARIO.
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GLOSSARIO.
Definiz: Sost. masc. Dizionario in cui le voci e le locuzioni si spiegano con glosse; e più determinatamente, Dizionario, o Appendice a dizionario, in cui si notano e si dichiarano le voci, le forme, i modi di dire, corrotti, antiquati, barbari, stranieri, e simili, di una lingua.
Dal lat. glossarium. –
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 23: Ermolao Barbaro nel Glossario Pliniano alla voce clavatae vestes: erant et tessellatae quaedam tunicae. E lo prova con questo luogo di Plinio senza più, ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 7: E questo si cava dall'interpretazione strettamante presa della voce ἀμύητος, la quale vien sempre interpretata, appresso tutti i glossarj e lessicografi, non dedicatus sacris, non initiatus.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 272: Plinio novello, in una sua epistola del libro 10, rapportato dal dottissimo Du–Fresne nel suo Glossario ec.
Esempio: E Salvin. Pros. tosc. 2, 130: Se non altro, nello scrivere si vada uniti, e parlando ognuno colle parole del suo dialetto non s'abbiano a fare infiniti glossarj, per ispiegarle.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 1, 11: Il Du–Cange, nell'Appendice al Glossario latino, interpreta plavim per planitiem.
Esempio: Maff. Anfit. 278: Se n'ha anche un cenno nel Glossario antico, che rende la voce, ec.
Esempio: Lam. Dial. 13: E da infiniti altri passi di scrittori del medio evo, che possono vedersi appresso il Ducange nel Glossario della media e infima latinità.
Esempio: E Ant. tosc. 1, 85: Sopra di ciò si può vedere l'eruditissimo Glossario del Ducange e il Dizionario del Pitisco.
Esempio: Lanz. Sagg. Ling. etrusc. 1, 46: Invece dunque di lessici comunali, converrà ricorrere a' glossarj.