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ECO.
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ECO.
Definiz: Sost. masc. Fenomeno che consiste nel tornare la voce od altro suono, interamente o no, all'orecchio per ripercussione in qualche ostacolo.
Dal lat. echo, e questo dal grec. ἠχώ. ‒
Esempio: Firenz. Rim. 2, 298: Ogni spiaggia Susciti un eco nuovo, ch'a' tuo' accenti Risponda.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 31, 1, 193: Un sol foglio che porti al mondo l'acquisto d'una nuova contezza val più de' gran volumi, che ci ridicono il già detto, e cel ripetono più volte che le ventisette dell'eco di Sciarenton.
Esempio: Red. Lett. 2, 142: Io stentava molto a credere che in cotesta sua città nella chiesa di S. Francesco vi fosse un eco, che per quindici fiate distintamente risponda.
Esempio: E Red. Lett. 2, 143: Molte cose curiose al certo intorno a questi echi prodigiosi lessi una volta nella parte seconda, libro 2, della Magia universale.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 47: Per essere l'api nimiche degli echi e de' cavernosi suoni, il nostro leggiadrissimo Rucellai tessè in versi sciolti il suo poemetto dall'Api.
Definiz: § I. E nel numero singolare è anche di gen. femm.; specialmente appresso i poeti che l'usano, con figura di personificazione, in grazia della Ninfa che ebbe questo nome. ‒
Esempio: Bocc. Teseid. 11, 30: Ogni parte era già piena di pianto; E già l'aula regia mugghïava, Tale che di lontan bene altrettanto, Nelle valli eco trista risonava.
Esempio: Rucell. G. Ap. 194: E fuggi l'acque putride e corrotte De la stagnante e livida palude;... O dove da le rupi alte e scavate Il suon rimbombi de la voce d'Eco, Che fu forse inventrice de le rime.
Esempio: E Rucell. G. Ap. 232: Tu sai pur che l'imagin de la voce, Che risponde da i sassi ov'Eco alberga, Sempre nimica fu del nostro regno ec.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 143: Costei, ch'Eco chiamossi e chiama ancora, Che parla sol dall'altrui dir commossa, Voce sola non fu nuda, com'ora, Ma forma e quantità di carne e d'ossa.
Esempio: Parin. Poes. 79: Aita, aita, Parea dicesse; e dalle aurate volte A lei l'impietosita Eco rispose.
Esempio: Fosc. Poes. 249: L'Eco Che al par de' carmi fe dolce la rima.
Esempio: Mont. Poes. 1, 237: Nè pietà di lui sente altri che l'Eco, Che cupa ne ripete e lamentosa Le querimonie dall'opposto speco.
Definiz: § II. E in senso figurato e in ischerzo. ‒
Esempio: Grazz. Rim. V. 122: Nè vi giova il minuto, Nè 'l cavol che mangiate o 'l pan bollito, Chè voi sembrate un eco travestito.
Definiz: § III. Figuratam. e poeticam., per Suono vano. ‒
Esempio: Tass. Gerus. 14, 63: La fama, che invaghisce.... Voi superbi mortali,... È un eco, un sogno, anzi del sogno un'ombra, Ch'ad ogni vento si dilegua.
Definiz: § IV. Eco è nome di Breve e artificioso componimento poetico, nel quale i versi terminano, o ripetendo le parole immediatamente precedenti, o ripetendone solamente le ultime sillabe, qualora queste formino una voce che di per sè dia senso; e così nell'uno come nell'altro caso, le parole in cui termina il verso sono risposta a ciò che nella prima parte del verso stesso si domanda. Detto così dall'imitarvisi ciò che fa l'eco.
Definiz: § V. Far eco, detto di monti, spelonche, e simili, vale Ripetere i suoni, Ripercuoterli in guisa che si odano di nuovo. ‒
Esempio: Dav. Tac. 1, 187: I monti faceano eco alle grida de' nimici a dirimpetto.
Definiz: § VI. Far eco ad alcuno, vale figuratam., Ripetere in certo tal qual modo ciò ch'egli dice, Accordarsi nel dire lo stesso, Secondarlo approvando il suo detto. E riferito a pianto, lamento, e simili, vale Accordarsi, Unirsi, a piangere, a lamentarsi, e simili. ‒
Esempio: Salvin. Pros. sacr. 256: Alla qual gloria pure fa un bell'eco la militante Chiesa colle sacre melodie, e colle devote rammemoranze.
Esempio: Forteguerr. Cap. 253: E pianger Giulia, e Lena a lei far eco, E Caterina a loro.
Esempio: Nell. Iac. Faccend. 3, 1: Ecco la dottorina che fa l'eco. Faresti meglio dunque tu di andare a fare in camera quel che ti tocca.
Definiz: § VII. E figuratam., Fare eco, Formare, eco, detto di lode, di qualità morale, e simili, vale Corrispondere, Riscontrarsi, e simili. ‒
Esempio: Segner. Mann. lugl. 31, 3: Questa lode medesima non sarebbe in sè degna di stima alcuna, se non fosse una lode tale che non fa altro se non che formar eco a quella che vien da Dio.
Esempio: Mann. Ist. Decam. 173: La liberalità sopra descritta in Can Grande della Scala, fa eco alle parole del Boccaccio,... e nullameno fa eco alle medesime il detto di Giovanni Villani.