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1) Dizion. 5° Ed. .
OBLIARE e OBBLIARE.
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OBLIARE e OBBLIARE.
Definiz: Att. Porre in oblio; Non aver più in mente, Dimenticare; sia per il non sovvenirsi, sia per il non aver più cura o pensiero, di persona o di cosa. Voce più che altro propria del linguaggio poetico.
Franc. oublier; provenz. oblidar; spagn. olvidar. ‒
Esempio: Dant. Inf. 11: Per l'altro modo (di frode) quell'amor s'oblia Che fa natura, e quel ch'è poi aggiunto, Di che la fede spezïal si cria.
Esempio: E Dant. Inf. 28: S'arrestaron nel fosso a riguardarmi, Per maraviglia obliando il martiro.
Esempio: Rim. Ant. S. 116: No la posso obliare in alcun loco, Di sì amoroso foco m'ha allumato.
Esempio: Petr. Rim. F. 143: Ma mentre tener fiso Posso al primo pensier la mente vaga, E mirar lei ed obliar me stesso, Sento Amor ec.
Esempio: Bocc. Rim. 114: Deh! pietoso diventa Di me, che per altrui Te obliar non posso.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 44: L'avea mandato all'isola d'Alcina, Perchè obliasse l'arme in quella corte.
Esempio: Cas. Rim. 1, 37: Men vo.... obbliando Quel, che già Roma m'insegnò molti anni.
Esempio: Tass. Rim. S. 11, 63: Oblia Rinaldo i pensieri egri e felli.
Esempio: Salvin. Podagr. Luc. 27: Tranquillamente, o compagnoni Di nave, ora obbliate le fatiche.
Esempio: Varan. Vis. poet. 3: Ma se tutt'altre obblii, questa ch'io reco D'un'amichevol fede invitta prova Parli al tuo cor nelle sue furie cieco.
Esempio: Fosc. Poes. C. 134: Piamente a queste Dee (alle Grazie) non favella chi la patria obblia.
Esempio: Leopard. Poes. 153: Non potendo Felice in terra far persona alcuna, L'uomo obbliando, a ricercar si diero Una comun felicitade.
Esempio: E Leopard. Poes. 163: In sul più vivo Incalzar degli assalti, Gl'inimici obbliando, acerbe gare Imprender con gli amici.
Esempio: Giust. Vers. 21: Quasi obliando la corporea salma, Rapita in Quei che volentier perdona, ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 273: Ne bevono a bicchier (dell'acqua di Lete) gli umanitarj, Ed il bene dei popoli si oblia.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 30: L'orror del loco, la pietà del padre, Vinsemi sì, ch'io t'obliai.... Perdona, Per pochi istanti io t'obliava.
Definiz: § I. E figuratam. ‒
Esempio: Leopard. Poes. 119: Corre via, corre, anela,... Cade, risorge, e più e più s'affretta...; infin ch'arriva Colà dove la via E dove il tanto affaticar fu vòlto; Abisso orrido, immenso, Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Definiz: § II. Neutr. pass. obliarsi e anche in forma di Neutr. Dimenticarsi. ‒
Esempio: Dant. Purg. 2: Così al viso mio s'affisar quelle Anime fortunate tutte quante, Quasi obbliando d'ire a farsi belle.
Esempio: Car. Eneid. 4, 672: E se tu lo m'impetri, altro che morte Forza non avrà mai ch'io me n'obblii.
Definiz: § III. E figuratam. ‒
Esempio: Car. Eneid. 2, 871: Qui, perchè si vedesse a morte esposto, Priamo non di sè punto obliossi, Nè la voce frenò, nè frenò l'ira.
Esempio: E Car. Eneid. 3, 992: Ma nol soffrì senza vendetta Ulisse, Nè di se stesso in sì mortal periglio Punto oblïossi.
Esempio: E Car. Rim. 5: Dille, mentre l'attendo e la desio, Mentre 'l suo nome sospirando invoco, Con che dolce memoria in lei m'oblio.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 408: Or comune linguaggio hanno le piazze, La corte, i boschi.... E può la spaventata pastorella Da notturne ombre, da fragor di nembo,... Di se stessa obbliarsi, ed aver campo Di meditare e proferir sentenze, Filosofica testa, in tal periglio.
Definiz: § IV. Chi ben ama, non oblia. Proverbio di chiaro significato. ‒
Esempio: Bocc. Filoc. 424: E' si suol dire: Chi bene ama non mai oblia.