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FESTUCA.
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FESTUCA.
Definiz: Sost. femm. Piccolissimo fuscello di paglia, canna, legno, o altra sì fatta cosa.
Dal lat. festuca. –
Esempio: Dant. Inf. 34: E trasparean come festuca in vetro.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 851: Così doveano parere sotto la ghiaccia, come pare la festuca quando è rinchiusa nel vetro.
Esempio: Belc. F. Pros. 3, 192: Gli si ficcò nel piede una festuca di canna, e rimase lo stecco infisso nel piede.
Esempio: Med. L. Op. 2, 26: Alcun al vecchio nido par ch'aggiunghi Certe festuche e piccioli fuscelli.
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 63: Faccia uno di voi una linea retta a caso su un muro, e ciascuno di voi tenga una sottile festuca o paglia in mano, e ciascuno tagli la sua alla longhezza che gli pare la prima linea.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 326: Quando in quell'occhio il vento seco tira Fummo o festuca o polvere che gira.
Esempio: Bald. Vers. 87: Temea che qualche picciola festuca Chiuso le avesse i fori.
Definiz: § I. Figuratam. e poeticam.
Esempio: Ar. Comm. 2, 153: Ti par che.... debbano Restar i buoi, che festuca non abbiano Di fieno innanzi?
Definiz: § II. Una festuca, usato coi verbi Stimare una festuca, Considerare una festuca e simili, vale Niente, Nulla. –
Esempio: Imit. Crist. 167: Ogni cosa, che potesse dir l'uomo contro a te maliziosamente, non ti nocerebbe, se tu le lasciassi passare, e che le considerassi una festuca.
Definiz: § III. Trarre prima la trave dall'occhio proprio, che la festuca dall'occhio altrui. Maniera scritturale, e significa, Emendarsi prima dei proprj gravi difetti, che volere che gli altri si emendino dei difetti loro leggieri. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 234: Ipocrita, trai in prima la trave dell'occhio tuo, ed allora potrai meglio vedere lume per trarre la festuca dell'occhio altrui.
Esempio: Libr. Amor. B. 43: Prima la trave dell'occhio suo, che la festuca di quel del prossimo, dee l'uomo trarre.
Definiz: § IV. E Vedere la festuca nell'occhio altrui, e non veder la trave, o non accorgersi della trave, nell'occhio proprio. Maniera pure scritturale, che significa Vedere i piccoli difetti negli altri, e non accorgersi de' suoi molto più gravi difetti. –
Esempio: Regol. S. Bened. 10: Tu, che nell'occhio del frate tuo vedi la festuca, nel tuo non vedesti la trave.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 80: Si vede la festuca negli occhi altrui, e non si vede ne' suoi la trave.