Lessicografia della Crusca in rete

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DUMO.
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DUMO.
Definiz: Sost. masc. Pruno; ma è voce propria della poesia, e più che altro usata nel numero plurale.
Dal lat. dumus. ‒
Esempio: Petr. Rim. 2, 115: Cercar m'ha fatto deserti paesi, Fiere e ladri rapaci, ispidi dumi.
Esempio: Sannazz. Arcad. 37: Nè verrà tempo mai Che 'l tuo bel nome estingua, Mentre serpenti in dumi Saranno, e pesci in fiumi.
Esempio: Tass. Gerus. 18, 32: Sgombrando i dumi e ciò ch'a' passi è intrico.
Esempio: Menz. Poes. 1, 209: Altro che boschi ombrosi, ispidi dumi Non ebbe Orfeo d'intorno.
Esempio: Marchett. Anacr. 9: Ma mentre io ratto il seguo Per valli e monti e fiumi, Tal, che i suoi passi adeguo, Anche tra spine e dumi, Da crudel serpe punto Mi veggio a morte giunto.
Esempio: Metast. Dramm. 7, 413: Rivolti al suono D'uno scosso cespuglio Veggiam bianco monton, che fra gl'impacci De' flessuosi dumi Rimasto prigionier, l'armata fronte Liberar non potea.
Definiz: § Figuratam. ‒
Esempio: Machiav. Rim. 402: E, per contrario, fia quella cittate Piena di sterpi silvestri e di dumi, ec.
Esempio: Tass. Rim. 2, 179: Questa vita è la selva; il verde e l'ombra Son fallaci speranze; e son le reti Piacer dolci e secreti; E sono ispidi dumi Crude voglie e costumi.