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Dizion. 5° Ed. .
CONTAGIO.
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CONTAGIO. Definiz: | Sost. masc. L'atto del comunicarsi una malattia da un individuo, che n'è affetto, ad un individuo sano, per mezzo di contatto immediato o mediato. |
Dal lat. contagium. – Esempio: | Pallav. Lett. 2, 208: È pazzia il credere non darsi altra cagione della pestilenza che il contagio. | Esempio: | Red. Lett. 1, 175: Questo vizio, come per un contagio, si attacca quasi a tutti coloro che in que' paesi hanno avuto il natale. |
Definiz: | § I. E per Malattia che si comunica per mezzo di contagio da uno a un altro individuo, Malattia contagiosa. – |
Esempio: | Salvin. Annot. Cas. 1, 251: La solitudine fa rientrare in sè gli uomini e gli richiama dall'ambizione, la quale come contagio s'attacca loro nelle grandi città. |
Esempio: | Murat. Gov. Pest. 33: Se quando in una città il contagio comincia, si potesse far tosto crederlo tale a tutti, e farlo temere per quel mostro divoratore ch'egli è, il male non farebbe tanto progresso. |
Definiz: | § II. E figuratam., riferito a vizj, errori e simili. – | Esempio: | S. Bern. Cosc. 80: Io non trovo niuno vizio, dal quale io non abbia contratto qualche contagio. | Esempio: | Tasson. Secch. rap. 1, 52: Di quel gregge avea [il Vescovo] solenne cura, E 'l mantenea d'ogni contagio netto. |
Esempio: | Salvin. Disc. 2, 53: Attaccamento contrario allo spirito, che naturalmente è franco, e da ogni contagio e laccio corporale immune ed esente. | Esempio: | Borgh. S. Tertull. 185: Noi non saremo esenti dal contagio dell'idolatria, essendochè le nostre mani con nostra saputa si troveranno impiegate in onore e in servizio de' demonj. |
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