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1) Dizion. 5° Ed. .
APPELLATIVO.
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APPELLATIVO.
Definiz: Add. Atto ad appellare, Che serve ad appellare.
Dal lat. appellativus.
Definiz: § I. E term. de' Gramm. Dicesi Quel nome ch'è comune a più cose del medesimo genere; e si contrappone a Proprio: nel qual significato si adopra più spesso in forza di Sost. –
Esempio: Salv. Avvert. 1, 6: Parlisi de' sustantivi, tra i quali gli appellativi sono di tutta la spezie, ovver genere.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 75: La forza dei nomi nostrali dalla determinata volontà degli uomini, o dal caso, ordinariamente depende, e particolarmente degli appellativi.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 107: In due spezie.... si divide il nome sustantivo: quel che accenna l'essenza particolare, si dice proprio; quell'altro che segna l'esser comune, è detto appellativo.
Definiz: § II. Lasciare il proprio per l'appellativo; modo proverbiale, che significa Lasciare le cose certe e sicure, per le incerte e dubbiose; tolta la similitudine dall'usare vocaboli generali in luogo dei particolari. –
Esempio: Varch. Ercol. 284: Senza dubbio cotestoro lasciano, come si dice, il proprio per l'appellativo.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 3: E lascia il proprio per l'appellativo, Cercando miglior pan che quel di grano.
Esempio: Not. Malm. 685: Lascia il proprio per l'appellativo. Maniera di dire, tratta dalla grammatica, in cui si danno nomi di due sorte, alcuni chiamati proprj, altri appellativi; e vuol dire Lascia il certo per l'incerto.
Esempio: Fag. Comm. 8, 201: Sulla dubbia speranza d'acquistare quel d'altrui, e lasciare il proprio per l'appellativo.