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1) Dizion. 5° Ed. .
DESIDERARE.
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DESIDERARE.
Definiz: Att. Volgersi coll'affetto verso cosa che non si possiede e che piace; Averne gran voglia, Appetirla.
Dal lat. desiderare. –
Esempio: Dant. Parad. 3: Ma dimmi: voi che siete qui felici, Desiderate voi più alto loco Per più vedere, o per più farvi amici?
Esempio: E Dant. Conv. G. 289: Nullo desidera quello che ha, ma quello che non ha, ch'è manifesto difetto.
Esempio: Ross. P. Sveton. 1, 23: A dispetto de' suoi avversarj aveva ottenuto tutto quello ch'egli avea desiderato.
Esempio: Red. Cons. 1, 88: È una infelice sanità quella nella quale, per legge d'un indiscreto medico, l'uomo si dee astenere da tutti que' cibi che si desiderano.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 192: Risolutosi [Giove] di moltiplicare le apparenze di quell'infinito che gli uomini sommamente desideravano.
Definiz: § I. E reggente altra proposizione mediante la cong. Che, o un verbo all'Infinito per mezzo della particella Di, oppur direttamente. –
Esempio: Dant. Inf. 30: E quale è quei che suo dannaggio sogna, Che sognando desidera sognare, Sì che quel ch'è, come non fosse, agogna.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 63: Se io potuto avessi onestamente per altra parte menarvi a quello che io desidero, ec.
Esempio: Cas. Pros. 2, 11: Potrà conoscere quanto io l'onoro, e quanto io desidero di servirla.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 348: Io le trassi un motto, già molti dì sono, che.... io arei desiderato mandarle Ottavio mio nipote, il quale s'è risoluto di non volere attendere a lettere.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 312: Quest'è quel tanto ch'io desideravo che voi capiste perfettamente.
Esempio: E Galil. Comm. ep. 1, 281: Io desideravo di scrivere a V. S. illustrissima a lungo.
Definiz: § II. E usato figuratam. –
Esempio: Dant. Conv. 209: Ciascuna cosa massimamente desidera la sua perfezione, e in quella s'acquieta ogni suo desiderio.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 257: La gloria seguita le virtudi a modo che l'ombra seguita il corpo, e lasciando i suoi desideratori, desidera i suoi dispregiatori.
Definiz: § III. Pur figuratam., per Amare, Richiedere, Volere, e simili, come cosa confacente, conveniente, debita, come condizione necessaria, opportuna, o simile: e dicesi tanto di cose morali, quanto di cose materiali, e più specialmente di piante. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 215: Li ciriegi posti in region montuosa, o in colli, o presso a' monti stanno freschi, e desiderano che il terreno dove si pongono, sia umido.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 219: Desiderano [i cotogni] terra assai grassa.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 10: Gli studj generalmente sogliono solitudine e rimozione di sollecitudine e tranquillità d'animo desiderare.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 134: Ogni fatica desidera essere premiata.
Esempio: Tedald. Agric. 6: Se si mettano i frutti che desiderano terra grassa nella magra, si getta via il tempo.
Esempio: Salvin. Casaub. 64: È proprio di quella poesia che si dice comunemente dramatica, e dal filosofo imitativa nel fare, che oltre all'industria del poeta, desideri ancora l'opera d'altri artefici.
Definiz: § IV. Riferito a cosa perduta e molto cara, vale Rimpiangerla, Provarne rammarico, e al tempo stesso desiderio di ricuperarla. –
Esempio: Machiav. Disc. 86: Volendo i Romani che quel popolo non avesse a desiderare per la assenza dei Re alcuna cosa delle antiche, crearono ec.
Esempio: E Machiav. Disc. 165: Spesso occorre.... vedere la moltitudine avere condannato alcuno a morte, e quel medesimo dipoi pianto, e sommamente desiderato; come si vede avere fatto il popolo romano di Manlio Capitolino, il quale avendo condannato a mort, sommamente dipoi desiderava.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 191: Desiderando le dolcezze dei loro primi anni, pregavano ferventemente di essere tornati nella fanciullezza.
Definiz: § V. Desiderare, usato in forma passiva, secondo proprietà latina, vale spesso Mancare; e intendesi, per omissione o difetto, se parlisi di cose, per assenza o per morte, se di persone. –
Esempio: Varch. Stor. 2, 349: Furono desiderati in questo conflitto,... tra dell'una parte e dell'altra, d'intorno a dumila uomini.
Esempio: Salv. Avvert. 2, 128: Qui non l'articolo solamente, ma par che si desideri il segno del caso ancora.
Esempio: Menz. Pros. 3, 259: In tutti questi esempj accennati si desidera la intergezione, ed anche ne' susseguenti.
Esempio: Salvin. Casaub. 67: Noi voltammo, quasi si desiderasse il verbo ephoroun, portavano.
Definiz: § VI. Desiderare altrui una cosa, vale Augurargliela. –
Esempio: Piccolom. Instit. mor. 388: Se noi aggiugneremo che l'operazione dell'amicizia sia l'amare, e che l'amar, secondo Aristotele,... non sia altro che volere e desiderar bene a quella cosa che s'ama, alla fine conosceremo che l'amicizia non è altro che benivolenzia.
Esempio: Segner. Pred. 23: Vi desidero stabile ogni grandezza.
Definiz: § VII. Desiderare in altrui una data qualità, vale Reputarla necessaria ad esso; Richiedere, Volere, o simile, ch'e' ne sia fornito. –
Esempio: Guicc. Stor. 1, 91: Desiderando in altrui quel vigore d'animo, il quale non rappresentò poi egli nelle sue avversità.
Esempio: Nard. Vit. Giacom. 11: La qual disposizione [all'esercizio delle armi] però non essendo regolata d'alcuna buona disciplina, si potrebbe chiamar forse più ragionevolmente nei privati una bestiale ferocità, che una parte almeno di quella vera fortezza che si desidera nel valoroso soldato.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 2, 22: Principe che avrebbe avuto in sè tutte le parti che in un reggitore di popoli si possono desiderare, se ec.
Definiz: § VIII. E parlandosi di scrittori o di artisti, ed altresì di opere letterarie o d'arte, vale Giudicarli privi di una data qualità, Sembrarci difettosi in essa qualità. –
Esempio: Menz. Pros. 3, 277: Quell'andar sì ristretto, quel conciso e pungente, quel disprezzo,... e mille altre vaghezze che ha la satira latina, ne i nostri io totalmente desidero.
Definiz: § IX. Desiderare a checchessia, vale Avervi rivolto il desiderio, Tendervi con l'affetto, Aspirarvi, e simili; anche figuratam.: ma è maniera oggi non comune. –
Esempio: Regol. S. Bened. 90: Ma chi a perfezione di conversazione desidera, son le dottrine de' Santi Padri, l'osservazion delle quali mena l'uomo ad altezza di perfezione.
Definiz: § X. Non potersi desiderare di meglio in checchessia o di checchessia ovvero in chicchessia o di chicchessia, Poco più potersi desiderare, e simili, in checchessia o di checchessia ovvero in chicchessia o di chicchessia, sono maniere che si adoperano a significare Che una data cosa o persona ha tutti o quasi tutti i requisiti necessarj a renderla eccellente, a sodisfare l'altrui desiderio, e simili. –
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 104: Il quale [papa Pio] se così ci avesse distinto i tempi, come e' ci ha descritto la istoria, poco potrebbe desiderarsi de le cose di questa gente (dei Boemi).
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Introd. 1, 111: E questa [pietra detta del fossato] piglia un pulimento bellissimo, e non si può desiderare in questo genere cosa migliore.
Definiz: § XI. Farsi desiderare, usasi familiarmente per Farsi aspettare con desiderio, Tardare a giungere in un luogo dove siamo aspettati. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 300: Ma eccolo appunto (il sig. Simplicio) tutto anelante, il quale questo giorno si è fatto desiderare un gran pezzo: stavamo appunto dicendo mal di voi.
Definiz: § XII. E per similit., Tardare a compiacere chi aspetta da noi qualche ufficio, servigio, favore, e simili. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 27: Signor poeta, ci rallegri un poco.... Faccia il piacere. – Prego a dispensarmi. – Eh! non si faccia più desiderare, Tutti i belli si voglion far pregare.