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1) Dizion. 5° Ed. .
BARBAGLIO
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BARBAGLIO.
Definiz: Sost. masc. Abbarbaglio, Abbarbagliamento.
Da abbaglio e dalla particella intensiva bar. −
Esempio: Chios. Dant. 501: Dice che egli abbarbagliò, che altro non potea vedere insino a tanto che non valicò quel barbaglio di quella chiarezza.
Esempio: Ar. Orl. fur. 40, 82: Ruggier la spada sua.... Sopra Dudon con tanta forza mena, Che spesso agli occhi gli pon tal barbaglio, Che si ritien di non cadere a pena.
Esempio: Mont. Iliad. 13, 433: Irto era tutto il campo (orrida vista!) Di lunghe aste impugnate, e il ferreo lampo Degli usberghi, degli elmi e degli scudi, Tutti in confuso folgoranti e tersi, Facea barbaglio agli occhi.
Definiz: § I. E per Splendore che abbarbaglia. −
Esempio: Car. Eneid. 8, 951: Indi gli addita D'armi quasi un trofeo, ch'appo una quercia Dianzi da lei deposte, incontro a gli occhi Facean barbaglio e 'ncontro al sol più soli.
Definiz: § II. E figuratam. per Moltitudine confusa di cose da cui l'occhio rimanga come abbarbagliato, sicchè non si possano scorgere distintamente. −
Esempio: Car. Comm. 27: De le quali cose, perchè sarebbe un barbaglio a raccontarle, leggete quello scioperone di Plinio, che non dovette aver da fare altro quando le raccolse.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 5: Tanti ne va a taverna, ch'è un barbaglio.
Esempio: Not. Malm. 2, 540: È un barbaglio; son tanti che fanno abbagliare, non se ne può raccorre il conto senza sbagliare o abbagliarsi, cioè errare.
Esempio: Baldov. Lament. 163: Perch'io n'ebbi d'attorno un tal barbaglio [d'api], Che in quanto a buchi i' ne disgrado un vaglio.