Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ASTENERE.
Apri Voce completa

pag.799


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
ASTENERE.
Definiz: Neutr. pass. astenersi Contenersi, Temperarsi, Raffrenarsi, propriamente da cosa non buona, o che diviene non buona per abuso che se ne faccia.
Dal lat. abstinere. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 135 t.: Astenetevi da laide parole, chè elle nutriscono follia.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 339: Astenetevi da ogni spezie di male. E dice ivi la chiosa, che ci dovemo astenere da ogni cosa che ha apparenza di male.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 312: Mostrava l'uomo e la donna doversi astenere da così fatti congiugnimenti.
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 60: Essendo cosa onesta, mediante lei [la temperanza], l'astenersi dalle donne d'altrui.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 6: Qual è l'intendimento della filosofia morale? Insegnare altrui d'operar bene ed astenersi dal male.
Definiz: § I. E per Tenersi lontano, Rimanersi da checchessia. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 87: Appena dal ridere potendosi astenere.
Esempio: Segn. B. Stor. fior. 568: Li Sanesi.... s'astennero finalmente da più batterla, e dal volere altrimenti darle assalto.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 362: Con astenervi da tutte quelle cose e compagnie che vi possono diviare dal bene fare.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 89: Servirebbe a poco il nascere in Toscana, e apprender la più perfetta favella d'Italia, se in occasione di scrivere si dovesse uno astenere dalle sue maggiori bellezze, per farsi intendere a quelli che parlano una lingua inferiore.
Definiz: § II. Astenersi da un luogo, vale Ritenersi da andarvi. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 18: La femmina che fa figliuolo maschio, die quaranta; e se il fa femmina, die ottanta dalla chiesa d'Iddio si debbia astenere.
Definiz: § III. Astenere, in significazione attiva. Contenere, Frenare, Tener lontano da checchessia. –
Esempio: Collaz. Ab. Isaac volg. 64: Chiunque è pervenuto all'amaritudine, la quale è nascosa nella dolcezza del mondo, e astiene la sua bocca di non assaggiare di quel calice.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 118: E abbia astenuto e la cupidigia e le mani dalle cose sagre.
Esempio: Fosc. Poes. 184: E chi la scure Asterrà pio dalle devote frondi, Men si dorrà di consanguinei lutti.