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CADENZA
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CADENZA.
Definiz: Sost. femm. Term. di musica. Clausola del discorso musicale, ossia quell'Abbassamento e riposo della voce che si fa alla fine di una frase o senso musicale compiuto. –
Esempio: Don. Music. Scen. 51: Cadenza non è altro che certa terminazione che fa la cantilena nell'ultime note delle sue parti, nelle quali è divisa; siccome un'orazione in tanti membri e periodi.
Esempio: E Don. Tratt. Enarm. 302: Nelle cadenze, ed in qualche altro luogo sparsamente della cantilena, potevano gli antichi far qualche buona consonanza.
Esempio: E Don. Lett. IV, 3, 296: Gli altri non hanno osservato troppo bene le distanze delle voci, le cadenze naturali, ed altri annessi e proprietà di ciascun tuono.
Definiz: § I. E per Quella fantasia libera, che il sonatore o il cantante fanno sentire alla fine di un pezzo musicale.
Definiz: § II. Per Misura del tempo musicale, Ritmo. –
Esempio: Memor. Bell. Art. 1, 38: Chi accompagna il suono con la voce, chi batte con la mano la cadenza, chi salta ec.
Definiz: § III. E per similit. –
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 1, 304: Vedi se è possibile far la prova in breve spazio.... di rematori che voghino alla medesima cadenza.
Esempio: Fosc. Poes. 236: Mentre in cadenza Di Lecco il maglio domator del bronzo Tuona dagli antri ardenti.
Definiz: § IV. E pure per similit., detto di una Certa modulazione nel pronunziare le parole. –
Esempio: Bart. D. Cin. 1, 111: Oltre al consonar nelle rime hanno [i Cinesi] un cert'altro particolare lor modo d'obligare in ogni stanza i versi nella similitudine delle cadenze, parte intrecciati e parte al pari.
Definiz: § V. E per Quella pausa misurata che suol farsi parlando, specialmente alla fine d'un periodo o d'un discorso. –
Esempio: Cellin. Vit. 197: Fatto un poco di cadenza al ragionamento, feci reverenzia e partimmi.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 78: La voce uscirà sempre terminata con fare ad ogni parola una certa cadenza, come se volesse fermarsi.
Definiz: § VI. Per Terminazione delle voci, Desinenza. –
Esempio: Salv. Avvert. 1, 126: Con quella regola, che dell'analogia è chiamata, va secondando [in alcune voci] le latine cadenze.
Esempio: E Salv. Avvert. 1, 130: Ne' nomi verbali, e nelle cadenze di molte voci ha del poetico fuor di modo.
Esempio: Lanz. Sagg. Ling. etrusc. 2, 251: I cognomi delle famiglie toscane stabilite in Roma, ritennero ivi tali cadenze.