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DIRIZZATOIO.
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DIRIZZATOIO.
Definiz: Sost. masc. Arnese d'acciaio, d'avorio o d'osso, lungo circa a un palmo, ma appuntato da una parte, usato per ispartire i capelli sul mezzo della testa. ‒
Esempio: Cant. Carn. 102: Un dirizzatoio arai, Dritto bene e lungo assai, Fra i capelli in mezzo il metti.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 160: Preso un dirizzatoio d'acciaio, e fittolo per mezzo d'ambe le luci di Scannadio, lo dannò ad una perpetua notte.
Esempio: Domen. Plin. 1161: In Soria ancora le donne usano farne dirizzatoj, e chiamanlo arpaga.
Esempio: Ross. P. Sveton. 3, 88: E cominciò a tenere in grande venerazione un dirizzatoio da capo, che gli era stato donato da un plebeo.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 148: Con un coltruolo d'avorio, che non tagli, ma stacchi per lungo e spicchi come un dirizzatoio da donne.
Esempio: Borg. S. Tertull. 288: Prendi il dirizzatoio per dividere i capelli.
Definiz: § I. Trovasi altresì per Qualsivoglia altro arnese, atto a mettere in dirittura checchessia. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 148: Egli è uno piombino, uno segnale, uno dirizzatoio, che mostra la tortura de' peccatori e de' mali uomini (qui per similit.).
Definiz: § II. Dirizzatoio si disse Una specie di credenza o scansia, dove si tenevano gli utensili della mensa, come bicchieri, bottiglie, piatti, e simili. ‒
Esempio: Sacch. Nov. 2, 413: I porci fediti e crucciati s'attraversarono tra i piè d'un dirizzatoio da bicchieri, dove molti vi avea su con mezzine e altre stoviglie che a ciò si richiede.