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EMME.
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EMME.
Definiz: Nome dell'undecima lettera del nostro alfabeto, ed altresì del carattere che la rappresenta. –
Esempio: Dant. Purg. 23: Parean l'occhiaie anella senza gemme. Chi nel viso degli uomini legge omo, Ben avria quivi conosciuto l'emme.
Esempio: E Dant. Parad. 18: L'altra beatitudo, che contenta Pareva in prima d'ingigliarsi all'emme, Con poco moto seguitò la imprenta.
Esempio: Barber. Docum. Am. 162: L'erbette son tre lettere che stanno In quel ch'è poco danno, Se gli vien l'emme per esser la quarta.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 31: Tu gli vedresti una ricca corona Di sopra agli archi, al gambo dell'emme.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 25: Le consonanti bisognerebbe che avessero accanto le vocali Bi, Ci, Di, Effe, Gi, Hacca, Elle, Emme, Enne, ec.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 19: La nota o cifra della emme si fa con un punto sotto una linea, il qual punto accenna la gamba di mezzo.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 21: Torniamo a Ferraù, che sta vicino Di principiare i mali suoi dagli emmi, O d'esser matto o di morir tapino.
Esempio: Ricc. A. M. Rim. Pros. 138: Nulladimen più scaltra Fu l'emme, che pigliò Tre gambe, e la passò.