Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CROCIONE.
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Dizion. 5 ° Ed.
CROCIONE.
Definiz: Sost. masc. Forma accrescit. di Croce. Croce grande; ma è voce scherzevole, che si usa in senso di beffa o scherno. –
Esempio: Monet. Poes. 74: In pulpito salito una mattina Mostrò porporeggiante il bel crocione Sopra 'l negro mantel di seta fina.
Definiz: § I. E figuratam., per Tribolazione, Cagione di affanni, e simili. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 363: La moglie è laccio, è giogo, è peso, è croce.... Or dite voi.... Com'ha [un povero ammogliato] da camminar, s'è imprigionato, S'è sotto al giogo, ha sulle spalle un peso, Unito ad un crocion sì smisurato.
Definiz: § II. E per Segno di croce fatto con grande solennità, e più spesso con ostentazione, sia per benedire altrui, sia per devozione, ovvero per maraviglia, stupore o simili. –
Esempio: Cas. Pros. 3, 182: Non so troppo ben rispondere alla eloquenza di questi Signori; ma mi aiuto con le mani, e fo loro i maggior crocioni ch'io posso, senza rider punto.
Esempio: Cellin. Vit. 82: Il Papa, alzato le mani, e fattomi un patente crocione sopra la mia figura, mi disse che mi benediva.
Esempio: Grazz. Rim. 1, 243: Oh se poteste or leggere e vedere I canti e le moderne invenzïoni, Voi vi fareste mille crocioni!
Esempio: E Grazz. Pros. 217: E facendosi i maggior crocioni del mondo, diceva a ogni poco requiescat in pace.
Esempio: Rusp. Son. 203: E 'l divoto barbon filato a rocca Fra' crocioni spolvera col guanto.
Esempio: Fag. Rim. 3, 243: Di più vedrete varj fabbriconi Di chiese, di spedali e lazzeretti, Che converrà stupire e far crocioni.
Definiz: § III. Far de' crocioni, vale in modo basso Non aver da mangiare, Digiunare sia per miseria, sia per difetto di cibo. –
Esempio: Nell. Iac. Torment. 1, 9: Va' a levar le pignatte dal fuoco. C. Oh perchè? V. Per poter desinare; altrimenti bisognerà far de' crocioni.
Esempio: Papin. Lez. Burch. 106: Se no' non fossimo noi che ti dessimo da campare, per la poesia tu staresti fresco; cioè faresti de' crocioni, staresti a denti secchi.
Definiz: § IV. Fare un crocione a checchessia, usasi in modo familiare per Abbandonarlo per sempre, Lasciarlo, Non volerne saper altro, Non prendersene più cura o pensiero, e simili; che anche dicesi, secondo i casi, Benedirlo, o Dirgli addio. –
Esempio: Menz. Sat. 41: E fatto un crocione alla bottega, Voller cocchio, cavalli e servitore.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 14: Giunto del paese Sulla gran porta, ci faccio un crocione.
Definiz: § V. Far delle braccia crocioni, trovasi scherzevolmente per lo stesso che Far delle braccia croce. –
Esempio: Corsin. B. Torracch. 16, 42: A vista tale il Conte e i due campioni.... Piegaron le ginocchia, e crocioni Fer delle braccia, e con dimesse ciglia Sembravan dire: o Dea ec.