Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
NON SO.
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NON SO.
Definiz: Maniera, che giunta a diverse voci ha un non so che di grazia, per quello, che, quasi dubitando, si tace, che vie più di leggieri s'intende, che talora s'esprima, poichè la cosa, che in tal forma non si espone precisamente, pare che tale, e tanta sia, che esprimere non si possa. Lat. nescio quid. Gr. οὐκ οἶδα τι.
Esempio: Fiamm. 1. 64. Ella allora ec. non so che mormorando con seco, me della camera uscita ec. lasciò soletta.
Esempio: E Fiamm. 1. 65. Perciocchè nella mia segreta camera, non so donde venuta, una bellissima donna s'offerse agli occhi miei.
Esempio: E Fiamm. 5. 112. I miei panni lunghissimi ec. ad un forcuto legno, mentre io correva, non so come s'avvilupparono, e la mia impetuosa fuga fermarono.
Esempio: Petr. cap. 11. Udí' dir non so a chi, ma il detto scrissi In questi umani a dir proprio ligustri.
Esempio: E Petr. son. 179. E non so che negli occhi, che 'n un punto Può far chiara la notte, oscuro il giorno.
Definiz: §. Non so che, usato in forza d'aggiunto, vale lo stesso, che Certo, Alcuno. Lat. quidam.
Esempio: Bocc. nov. 47. 16. Qua picciol fanciullo trasportato da non so che gente.
Esempio: Fiamm. 1. 28. Non so con che tacito diletto meco la riguardava (quì ha l'istessa forza, che con non so che)
Esempio: E Fiamm. 3. 23. L'anima spesse volte conoscitrice de' suoi futuri mali, presa da non so che paura tremava forte.
Esempio: Cas. lett. 59. Sentendo, che io ho negato a V. Mag. non so che arazzi, che ella mi ha chiesto.