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1) Dizion. 5° Ed. .
AMENITÀ, AMENITADE e AMENITATE
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AMENITÀ, AMENITADE e AMENITATE.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Ameno.
Dal lat. amoenitas. −
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 310: Dobbiamo sapere, che 'l gaudio degli eletti procede da sei parti, cioè dalla beata Trinità, dall'amenità del luogo ec.
Esempio: Libr. Amor. B. 24 t.: La parte d'entro si chiama amenità, ch'è tanto a dire, quanto luogo di diletto.
Esempio: Tass. Lett. 1, 39: In quanto a l'amenità che procede da' fiumi, giudico io la Francia alquanto superiore a l'Italia.
Esempio: Dav. Tac. 2, 93: Vitellio, ogni dì più disprezzevole e lento, baloccandosi intorno all'amenità d'ogni terra e villa, se n'andava a Roma con gravosa moltitudine.
Esempio: Dat. Selv. 79: Ma le pupille offende un'indistinta Simiglianza gentil, ch'a lei ricorda L'amenità della pendice.
Definiz: § I. E per Piacevolezza, Giocondità, Vivacità. −
Esempio: Red. Osserv. Vip. 6: Deposti i più gravi affari del governo, si diporta tra le amenità delle filosofiche speculazioni.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 34: Congiunte insieme [la lingua greca e la latina], quel che nella greca favella di rozzo e di barbaro trovasi, dall'amenità e grazia della latina raddolcito e temperato rimane.
Esempio: E Salvin. Annot. Tanc. 577: Non posso far di meno di non metter qui tralle amenità di questa favola, quella d'un antico latino epigramma.
Definiz: § II. E per Cosa amena. −
Esempio: Leopard. Poes.: O donne, o cavalieri, O giardini, o palagj! A voi pensando In mille vane amenità si perde La mente mia.