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Dizion. 5° Ed. .
FACONDIA
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FACONDIA. Definiz: | Sost. femm. Facoltà di copiosamente e ornatamente parlare o scrivere. |
Dal lat. facundia. – Esempio: | Libr. Amor.: E molte volte facondia di parlare li cuori de' non amanti ad amare costrigne. | Esempio: | Firenz. Pros. 2, 72: Chi avrebbe mai tanto ingegno, chi tanta facondia, il qual potesse con sufficienti parole esprimere il magnifico apparato di quelle feste? | Esempio: | Car. Eneid. 11, 619: Apri qui bocca al solito, e rintuona Con la facondia tua. | Esempio: | Sanleol. Oraz. I, 1, 186: Natural cosa è il trovare, ma proprio della facondia il farsi bello del suo sapere. | Esempio: | Dav. Tac. 1, 125: Potente per grande facondia e nobiltà. | Esempio: | Giord. Op. 2, 99: Nè d'altra cosa tanto si curavano come di conseguir lode e fama dallo scrivere. Ma s'insegna e s'impara la facondia, non l'eloquenza. | Esempio: | E Giord. Op. 2, 281: Chi era più potente di credito o di facondia, tirava a sè quantità di popolo, e faceva una setta. |
Definiz: | § I. Riferiscesi figuratam. a lingua, labbro, e simili. – | Esempio: | Dant. Conv. 198: La lingua mia non è di tanta facondia, che dir potesse ciò che nel pensiero mio se ne ragiona. | Esempio: | Parin. Poes. 229: Intanto il vago labro E di rara facondia E d'altre insidie fabro, Già modulando i lepidi Detti nel patrio suol. |
Definiz: | § II. Trovasi per Eloquenza, in quanto si distingue in varj generi. – | Esempio: | Pros. Fior. I, 3, 16: De' tre generi della facondia, il giudiciale ha per suo fine il giusto, il deliberativo l'utile, e il dimostrativo l'onesto. |
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