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1) Dizion. 5° Ed. .
DESTREZZA.
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DESTREZZA.
Definiz: Sost. femm. L'esser destro della persona; Agilità di membra, Sveltezza. ‒
Esempio: Barber. Docum. Am. 191: Mira all'altrui bellezza, Destrezza e sanitade.
Esempio: Petr. Rim. 2, 120: Dicemi spesso il mio fidato speglio, L'animo stanco e la cangiata scorza, E la scemata mia destrezza e forza, Non ti nasconder più, tu sei pur veglio.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 243: La destrezza lo fa atto (il soldato) a schivare il colpo, a saltare una fossa, a superare un argine.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 132: Ruggiero avea destrezza, avea grande arte, Era alla lotta esercitato molto.
Esempio: Maff. Anfit. 55: I modi varj e mirabili con cui scherzavano intorno alle belve costoro, e la destrezza, e i ritrovati, e gli strumenti de' quali si servivano, si posson raccogliere, ec.
Definiz: § I. Pure per Sveltezza, e simili, detto figuratam. di stile. ‒
Esempio: Med. L. Op. 4, 23: Ha grande similitudine e conformità questo modo di stile (del sonetto) con l'epigramma, quanto all'acume della materia, ed alla destrezza dello stile.
Definiz: § II. Per similit., Abilità, Bravura o simile, in una data arte, professione, esercizio; ed anche Sicura prontezza, Espertezza, nel far checchessia. ‒
Esempio: Baldell. F. Filostr. 19: M'impose.... che io dovessi ridurre ad un cert'ordine tutti i consigli e costumi che in essi [comentarj] di tant'uomo (di Apollonio) si contenevano; conciò fosse cosa che Damide apertamente in vero, ma ben con poca destrezza gli aveva scritti.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 55: Non schivar, non parar, non ritirarsi Voglion costor, nè qui destrezza ha parte. Non danno i colpi or finti, or pieni, or scarsi; Toglie l'ombra e 'l furor l'uso dell'arte.
Esempio: Red. Opusc. 3: Per fabbricarle (le gocciole di vetro) basta gettare con destrezza il vetro fuso nell'acqua.
Esempio: E Red. Osserv. Anim. viv. 181: In alcuni [pesci di mare], ancorchè sia probabilissimo e certissimo ch'ei vi sia (un certo canale), io molte volte non ho saputo rinvenirlo: ma da me medesimo ne incolpo la mia poca diligenza e destrezza, congiunto forse con qualche mia insolita impazienza.
Definiz: § III. E per Attitudine, Idoneità, a checchessia, o a far checchessia. ‒
Esempio: Salvin. Casaub. 158: Tuttavia da quello più tosto avrai occasione di lodare l'erudizione e la bontà di nobilissima donna, che l'acrimonia e la destrezza a' morsi satirici.
Definiz: § IV. E figuratam., per Accortezza, Avvedimento, Sagacità, specialmente nei negozj. ‒
Esempio: Machiav. Princ. 39: Assicurandosi con destrezza di quelli che gli paressero troppo arditi.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 71: Non avea forza, ma gli aveva ingegno, O come dicon certi, avea destrezza (qui in ischerzo, parlandosi di uno sparviero).
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 43: Io spero ne la sua prudenza e destrezza, che n'intenderò prima la conclusione che la pratica.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 6, 108: La destrezza del quale [Legato], bene instrutta dagli ordini prudenti di Roma, declinò sempre quelle occasioni che potevano ridurre in controversia l'autorità sua e i privilegj del clero.
Esempio: Giord. Op. 1, 353: Con assai prudenza e destrezza intraprese a medicare tanta corruzione.
Definiz: § V. E per Invenzione sagace, Modo destro, Espediente, o simile. ‒
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 4, 68: E pensa [il re Luigi] pure, e notte e dì lavora, Molte cose adattar, molte destrezze, Com'e' si possa alle mura accostare, E gli stormenti bellici operare.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 326: Fu Bernardo Rucellai uomo di grande ingegno, di ottime lettere, e molto eloquente; ma, secondo il parere de' savj, di non molto giudicio; e nondimeno per la lingua, per gli ornati e acuti discorsi che faceva, per molte destrezze di ingegno, era universalmente riputato savissimo.
Definiz: § VI. Si usò per Acconcezza, Agevolezza, Modo opportuno, di far checchessia. ‒
Esempio: Vill. M. 353: La testa di rado armano [gli Ungheri], per non perdere la destrezza del reggere l'arco, dov'è tutta loro speranza.
Definiz: § VII. Si usò pure per Convenienza, Utilità, Vantaggio. ‒
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 12, 32 t.: Iersera vi scrivemmo che operaste che la compagna (Compagnia), per la difficultà del nostro distretto, e per non essere più copiosa che sia di vittuaglia, doveste discretamente ritrarre dal passare per nostra forza, mostrando loro la destrezza del passare per Romagna.