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1) Dizion. 5° Ed. .
CULTORE.
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CULTORE.
Definiz: Verbal. masc. da Colere. Chi o Che cole, coltiva; Coltivatore. Ma è voce propria, più che altro, del linguaggio poetico.
Dal lat. cultor. –
Esempio: Bald. Vers. 165: Celèo, vecchio cultor di pover orto.
Esempio: Spolv. Colt. Ris. 1, 9: Te.... candido Riso.... Cantar intendo.... de' tuoi cultor qual esser deggia La fatica, il saper, l'industria e l'arte.
Esempio: Pindem. Poes. 95: Ma quale omai v'ha gleba, che il guerriero Sangue.... non lordi, O che il pianto del suo cultor non bagni?
Definiz: § I. E in locuz. figur. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 267: E 'l frutto ch'io ricolgo è doglia e pianto, Che lo 'ngrato terreno al cultor serba.
Esempio: Soldan. Sat. 163: Qualunque pianta del giardin terrestre, Ove ci ha messo Dio per operare, Per falta di cultor verria silvestre.
Definiz: § II. E figuratam., riferito a studj, arti, scienze, e simili, vale Chi vi dà opera: nel qual senso è oggi più comune. –
Esempio: Forteguerr. Cap. 278: Per povertade ingegno non sospira, Ch'egli sostenta i più leggiadri studj, E premia i suoi cultori.
Esempio: Pindem. Poes. 118: O dell'arte di Pindaro e di Flacco Cultor pigro ed amabile, o dell'arte Del greco Polo e del romano Roscio Cultor sublime, anzi immortal maestro.
Definiz: § III. E posto assolutam., vale Agricoltore, Colono, ed anche Chi attende alla coltivazione de' campi, all'agricoltura. –
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 2: Che deggia, quando il sol rallunga il giorno, Oprare il buon cultor nei campi suoi.
Esempio: E Alam. L. Colt. 1, 317: Sovente suole L'imprudente cultor con danno e scorno Pianger l'anno a venir.
Esempio: E Alam. L. Colt. 4, 578: La prima [parte] in cui dimori il pio cultore Con la famiglia sua da gli altri sciolto. Nella seconda quei ch'all'opre sono Della sua possessïon condotti a prezzo.
Esempio: Tass. Mond. cr. 124: Ma chi riguarda come 'l buon cultore I vizj curi dell'inferme piante,... Di curar sè medesmo apprenda 'l modo.
Esempio: Bald. Pros. 383: Onde nacque l'antico proverbio: Spesso indotto cultor parlò da saggio.
Definiz: § IV. Si usò per Veneratore, Adoratore, riferito a divinità; e per Seguace, riferito a religione. –
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 140: Anco, o fra questi dii è amistà o no. Se v'è, dunque ama l'uno li cultori dell'altro, sicchè non farebbe male l'uno alli cultori dell'altro.
Esempio: E Cavalc. Pungil. 35: Ecco l'uomo senza querela, vero cultore d'Iddio.
Esempio: Leggend. SS. Cosm. Dam. 14: Li cultori ed adoratori d'i nostri iddii, si partono da' nostri sacratissimi sacrificj.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 2, 33 t.: Egli non vide il sole e la luna in quella forma che eglino sogliono essere adorati da' suoi cultori.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 267: Or se quella [religione] falsa e vana, e spesso ben conosciuta per tale da' suoi proprj cultori, per una comune e popolare opinione potesse questo; quanto più questa vera e santa.
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 84: E se cultor di quegli dii dovevi Esser, perfido, tu, che delle fiamme Fur tratti fuor dell'infiammata Troia, ec.
Definiz: § V. E poeticam., al modo latino, per Abitatore. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 54: Che distruggon non sol pecore e buoi, Ma ville e borghi e li cultori suoi.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 20: Di retro ad essi apparvero i cultori Dell'Arabia Petrea, della Felice.