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EQUIVOCO.
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EQUIVOCO.
Definiz: Add. Che può intendersi o interpretarsi in più modi, e dar luogo ad errore; detto di parola, locuzione, senso, lezione, e simili; Ambiguo, Dubbio.
Dal barbaro lat. aequivocus. –
Esempio: Piccolom. Instr. Filos. 62: Ogni volta che nella diffinizione sono parole equivoce, cioè di doppio significato e vario, diremo che venendone per questa la diffinizione oscura, non sarà ella buona.
Esempio: Crudel. Rim. 101: È gravida di grossi paroloni, D'equivoche espressioni, C'hanno doppio il mostaccio.
Esempio: E Crudel. Pros. 147: Quello è un termine non equivoco, volendo intendere una tendenza che ci forza a considerare.... un oggetto che ci piace.
Esempio: Capp. Longob. 75: Lasciando solo in fine al discorso quell'equivoco partiuntur, al quale facevasi nel senso attivo dichiarare la felicità degl'Italiani, e nel passivo la servitù.
Definiz: § I. Figuratam., detto di checchessia, vale Incerto, Dubbio. –
Esempio: Manfred. Scritt. Mot. Acq. 6, 182: Se il detto del sig. Manfredi, che una piena del Reno passi in 8 ore (il quale è molto equivoco), dovesse ec.
Esempio: Bandin. Disc. Econ. 145: In gente di tal fatta le infermità non sogliono essere equivoche.
Esempio: Manett. Mem. Frum. 2: Credito meno equivoco riscuoteranno,... se dallo sperimentato giudizio vostro e savio discernimento l'adequata correzione sarà ad esse compartita.
Definiz: § II. Equivoco, dicesi nel linguaggio delle Scuole, di vocabolo, definizione e simili, e vale Che è comune a più cose o concetti, i quali, fuori della parola, non hanno nulla di comune tra loro; e si contrappone ad Univoco. –
Esempio: Segn. B. Rettor. volg. 179: Infra i nomi, quei che sono equivoci, son buoni pel sofista.
Esempio: Varch. Lez. Accad. 6: Questa non è vera e propia diffinizione, non essendo univoca, ma equivoca, ciò è analoga.
Esempio: E Varch. Lez. Accad. 149: Il genere dell'anima, come s'è veduto di sopra, non è univoco, ma equivoco analogo.
Esempio: E Varch. Term. Loic. 109: Equivoci dunque, non avendo altro vocabolo, ch'io sappia, che ci sia più noto, e meglio sprima quello che i Greci dicono omonimon, si chiamano tutti quei nomi, i quali sono comuni a più cose; cioè che significano diverse cose, le quali cose hanno bene tutte un nome medesimo, ma la diffinizione loro e sostanza è diversa.
Esempio: Piccolom. Instr. Filos. 11 t.: Quando una parola sarà posta o per sorte o per qual si voglia occasione a significar più concetti, i quali in altra cosa commune non convengano, nè son compresi che in quella parola sola,... equivoce son quelle parole che così contengano, ec.