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1) Dizion. 5° Ed. .
MURMURE, ed anche MORMORE
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Dizion. 5 ° Ed.
MURMURE, ed anche MORMORE.
Definiz: Sost. masc. Lo stesso che Mormorio; ma è voce propria del linguaggio poetico.
Dal lat. murmur. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 80: Il corno d'Amaltea..., Onde con grato murmure cadea L'acqua di fuore in vaso d'alabastro.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 3, 8: Quest'armonia soave Che fan qui l'aure e i venti Son d'Amore gli accenti, Ch'ei move or alto, or grave, Col canto degli augelli, Col mormor de' ruscelli.
Esempio: Leopard. Poes. 71: Me non il canto De' colorati augelli, e non de' faggi Il murmure saluta.
Definiz: § I. Con più grave senso, Il rumoreggiare del mare, dei venti, del tuono; e in questo significato è preferita la forma Murmure. –
Esempio: Marchett. Lucrez. 191: Quello stesso Che.... pria d'ogn'altro Sprezzò del mare il murmure tremendo (male la stampa: spezzò).
Esempio: E Marchett. Lucrez. 343: Allor che d'ampia Torrida nube il folgor piomba, e rapidi Scorron per l'alto ciel murmuri orrendi?
Esempio: E Marchett. Lucrez. 369: Ove (nei nuvoloni ammassati), poi che tempesta il cielo ingombra, Entran rabbiosi venti, e con tremendo Murmure d'ogn'intorno ivi racchiusi Fremono ec.
Esempio: E Marchett. Anacr. 17: Qual fulmine.... che fende l'etra Con murmure orribile.
Definiz: § II. Per similit. –
Esempio: Mont. Poes. 1, 251: Venia, lorda di piaghe il corpo tutto, D'ombre una vile miserabil plebe...; E tutti intorno al regio sangue un rombo, Un murmure facean, che cupo il fiume Dai cavi gorghi ne rendea rimbombo.
Definiz: § III. Detto di persone, vale Parlar sommesso, Bisbiglio; per lo più come espressione sommessa di malcontento, ira, dolore, o altra passione. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 94: Quella (l'Invidia personificata), vedente con torto occhio la dia fuggente, diede piccoli mormori; e dolfesi della prosperità di Minerva (il lat. ha: murmura parva dedit).
Esempio: Tass. Gerus. S. 20, 51: Non v'è silenzio, e non v'è grido espresso, Ma odi un non so che ròco e indistinto; Fremiti di furor, mormori d'ira, Gemiti di chi langue e di chi spira.
Definiz: § IV. E in senso particolare, riferito a incantesimi, Il proferir sommesso d'invocazioni, scongiuri; nel qual significato è preferita la forma Murmure. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 5: Questa è la cruda e avvelenata piaga A cui non val liquor, non vale impiastro, Nè murmure, nè imagine di saga,... Nè quanta esperïenzia d'arte maga Fece mai l'inventor suo Zoroastro.
Esempio: E Ar. Cinq. Cant. 1, 106: Perciò s'affretta colla terza prova Di vincer la durezza dei demonj; E con orrendo murmure rinnova Preghi, minacce e gran scongiurazioni, Possenti a far che ec.